Teo Musso, tra la birra Baladin e il tè

teo musso

Avreste mai detto che Teo Musso, il creatore della birra Baladin, fosse un grande appassionato di tè? Quando me l’hanno detto non ci potevo credere e i giorni prima del nostro incontro, leggendo sue vecchie interviste, ho pensato alla prima volta che ho bevuto una Baladin… è stato in Norvegia, era il giorno del mio compleanno e volevo brindare con qualcosa che mi ricordasse “casa”. Al vinmonopolet di Trondheim, lo spaccio statale degli alcolici, l’occhio mi è subito caduto su una bottiglia dalla forma e dall’etichetta particolare. Era la Nazionale Baladin. Allora non avrei mai potuto immaginare di incontrare Teo per parlare di


Avevo preparato una serie di domande ma non sono servite. Quando Teo parla di una sua passione (prima di questa chiacchierata l’ho sentito parlare con lo stesso trasporto di musica e del suono perfetto) racconta a ruota libera e ti trasporta in un viaggio tra Paesi, tradizioni, storie… passa il tempo, tu sei sempre fermo sulla poltrona ma è come se avessi girato mezzo mondo.

Lapsang souchongTeo Musso non si definisce un esperto. Grazie alla sua passione per la cultura orientale è entrato in contatto con questa bevanda tanti anni fa e ha iniziato a viaggiare per vedere con i propri occhi i luoghi di produzione. Che cosa gli piace di questo mondo? La parte agricola e culturale, il legame tra cibo e tè, l’attenzione per il prodotto. “A un certo punto è diventato un esercizio tecnico per avvicinarmi alle sfumature più sottili del gusto, alla sublimazione del gusto – spiega l’anima del Baladin – sono arrivato ad avere 230 tè diversi in casa”.
Non solo. Teo Musso ha usato le foglie di tè per le sue birre. La X-Fumè utilizza per esempio foglie di lapsang souchong ed è apprezzata da un altro nome della birra artigianale italiana, Luigi D’Amelio di Extraomnes. Poi c’era un progetto che non è andato in cantiere: la Catea, una birra che cercava di unire i polifenoli del luppolo a quelli del tè verde (Catea deriva da catechine, antiossidanti naturali contenuti nel tè). Il progetto era supportato da studi scientifici ma dono un anno di sperimenti tutto si è fermato perché “per legge non si può mettere in commercio una bevanda alcolica dicendo che fa bene alla salute”, spiega.
Teo Musso ha anche pensato di realizzare una linea di tè Baladin ma al momento il progetto è fermo. “Secondo me in Italia non prenderà mai piede questa cultura. Ci vorrebbe un tramite che facesse passare dal tè in bustina al tè in foglia, facendo vedere che cosa c’è dietro questa bevanda e dando fruibilità, comodità, una caratteristica molto apprezzata nel nostro Paese. L’italiano ama le mode ma raramente le fa sue. Negli ultimi anni però abbiamo fatto dei passi avanti: abbiamo scoperto che esistono vari tipi di tè”.

Alla fine una domanda però sono riuscita a farla: Qual è il tuo tè preferito? “Mi piacciono molto i Pu erh, mi ricordano l’infanzia, l’armadio della nonna”.


Pu erh

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