Tea Party

Oggi su tutti i giornali si parla del Tea Party e, anche se il termine si riferisce a un partito politico americano, mi sento giustamente tirata in causa.


Il Tea Party è un movimento radicale, populista, anti-Stato, anti-tasse e anti-Obama che ha trionfato ieri nelle elezioni in Massachusetts. Il senatore eletto, infatti, è il repubblicano Scott Brown che ha vinto per aver abbracciato gli obiettivi di questa fazione movimentista: protesta contro la riforma sanitaria e denuncia allo statalismo del presidente in primis.

Il nome del partito deriva dal Boston Tea Party. Il 16 dicembre 1773, alcuni coloni americani appartenenti al movimento dei Sons of Liberty, per protestare contro il governo britannico e la sua ingiusta tassazione, si travestirono da pellerossa Mohawk e gettarono nel porto di Boston 342 ceste di (circa 45 tonnellate). Le preziose foglie rimasero a galleggiare nel porto per settimane. Alcuni cittadini cercarono di recuperarlo ma vennero spedite delle barche per rovinare appositamente il con i remi e renderlo utilizzabile.

Secondo molti, questo fatto segnò l’inizio della guerra d’indipendenza americana, ancora oggi ricordata il 4 luglio, giorno in cui nel 1776 le tredici colonie britanniche sul Nuovo Continente firmarono la dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America.

Editoriale del Corriere di oggi: “La battaglia del ” http://www.corriere.it/editoriali/10_gennaio_21/la-battaglia-del-te-editoriale-massimo-gaggi_f05f490e-0653-11df-a8ce-00144f02aabe.shtml


Commenti

  • […] Il 16 dicembre 1773, a Boston, alcuni coloni americani appartenenti al movimento dei Sons of Liberty si travestirono da pellerossa e gettarono nel porto della città americana 342 ceste di tè (circa 45 tonnellate). Le preziose foglie rimasero a galleggiare nel porto per settimane. Alcuni cittadini cercarono di recuperarlo, ma vennero spedite delle barche per rovinare appositamente il tè con i remi e renderlo utilizzabile. Questo evento passò alla storia con il nome di Boston Tea Party e a questo si ispira l’attuale movimento politico americano (ma non solo) dei Tea Party. […]

  • […] Molto interessante è il video che mostra all’opera la degustratrice di tè Tseng Yu Hui, capace di distinguere le più labili fragranze racchiuse in una tazzina di bevanda bollente (ma al visitatore profano viene inevitabilmente alla mente la gustosa e dissacrante parodia del sommelier fatta da Albanese…). La mostra naturalmente non ha l’obiettivo di raccontare in modo esaustivo la storia del tè, quanto piuttosto quello di illustrarla per sommi capi, attraverso utensili e documenti. Un manoscritto, per esempio, mette in scena la contrapposizione culturale e letteraria tra il tè e il vino, di natura più spirituale il primo, più legato alla carnalità il secondo: ed ecco perché i monaci bevevano il tè e rinunciavano al vino. Ma non tragga in inganno questa distinzione manichea (come del resto quella che contrappone tè e caffè): il tè fu anche al centro di guerre sanguinose, come quella d’Indipendenza americana. Considerando ingiuste e troppo gravose le tasse che gli Inglesi imponevano sul tè, il 16 dicembre 1773 i coloni americani buttarono a mare oltre 300 casse della preziosa materia prima, accendendo la miccia che di lì a poco avrebbe fatto scoppiare la guerra (episodio passato alla storia come l’incidente del Boston Tea Party). […]

  • […] Di questo movimento avevamo già parlato tempo fa quando avevano appena iniziato ad arrivare notizie sulla sua presa di coscienza a gennaio scorso. Ma qual’è il loro programma così tanto apprezzato? […]

  • Bertu

    gli americani sono proprio idioti…

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