Tè nero indiano: darjeeling

Iniziamo questo viaggio all’interno dei vari tipi di tè con il darjeeling, quello che viene definito lo champagne dei tè.


Darjeeling

Come si prepara

Quantità: 3 g per tazza
Temperatura dell’acqua: 90° C (l’acqua deve essere minerale naturale a basso residuo fisso)
Tempo di infusione: 3 minuti.

Abbinamenti

Il darjeeling è perfetto per un classico afternoon tea all’inglese come un tea party ispirato al romando di Alice nel paese delle meraviglie. Quindi si adatta bene a scones, biscotti, muffin, sandwich.
Il darjeeling è ottimo anche a colazione. Il suo aroma intenso, fruttato (ma anche floreale quando si tratta di un First Flush, primo raccolto) che ricorda l’uva moscato, le castagne, le mandorle, oltre alla medio-bassa astringenza lo rende adatto a ricette sia dolci che salate.

Classificazione

I tè darjeeling si distinguono in base alla zona specifica di provenienza (esistono circa 86 giardini di tè) e al momento del raccolto. Di solito il First Flush (primo raccolto) avviene dopo l’inverno, il Second Flush (secondo raccolto) tra maggio e giugno e poi esistono i darjeeling estivi, caratterizzati in certi casi dalla denominazione “muscatel” per il tipico sapore di moscato.

Darjeeling
Darjeeling Accademia Ferri

 

Proprietà

Anche se si parla ormai sempre e solo delle proprietà del tè verde anche il tè nero fa bene. Favorisce infatti la diuresi e contiene antiossidanti anche se in misura minore rispetto al tè verde per il modo diverso di trattare le foglie.
Inoltre, secondo alcuni recenti studi, il tè nero aiuta a tenere sotto controllo o addirittura a prevenire il diabete e diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari.

India e tè

Con darjeeling si intende solitamente un tè nero proveniente dall’omonima regione dell’India, nel distretto del Bengala, nel nord-est del Paese, ai piedi dell’Himalaya. Una zona bellissima, conosciuta in tutto il mondo per il tè anche per la Darjeeling Himalayan Railway, la linea ferroviaria montana patrimonio dell’Unesco.
La produzione di tè in India iniziò nel XIX secolo ma la qualità e la quantità era inferiore a quella dei cugini cinesi e, in particolar modo, nel 1833 la East India Company perse il suo monopolio a favore del commercio di tè cinese. Fu allora che il maggiore Robert Bruce scoprì che anche nella regione indiana dell’Assam c’erano piante di tè e decise di importarle in Darjeeling. Le condizioni climatiche erano però ben diverse (l’Assam ha un clima più caldo) e il primo raccolto, venduto a Calcutta nel 1836, era di scarsa qualità. Gli inglesi però capirono le potenzialità della regione asmatica e, grazie anche a esperti cinesi, iniziarono a produrre con successo tè in questa regione.
Negli anni successivi, grazie ai tentativi del sovrintendente del Darjeeling Arthur Campbell e poi del botanico Robert Fortune, la produzione di tè in questa area dell’India migliorò in termini di quantità e di qualità. Grazie a questi sforzi oggi il darjeeling è conosciuto in tutto il mondo come il tè per eccellenza.


Fonti: Tea sommelier di Gabriella Lombardi e Fabio Petroni; Manuale del sommelier del tè di Victoria Bisogno e Jane Pettigrew; darjeeling-tourism.com; theteatalk.com