Kombucha, benefici e ricetta della bevanda fermentata al tè

A che cosa serve il Kombucha e come si fa

Avete mai sentito parlare di Kombucha? Si tratta di una bevanda al tè che va molto di moda negli Stati Uniti (ve l’ho accennato parlando dei Tea Trends in California) e inizia a essere ricercata anche in Europa. (Scopri quali tè usare per preparare il kombucha qui)


Io ho assaggiato il Kombucha qualche anno fa. Mia sorella mi aveva portato due diverse bottigliette da New York e più precisamente dal mercatino di Union Square. Avevo solo sentito parlare di questa bevanda ma non sapevo esattamente che cosa fosse e che sapore avesse. Conteneva tè e quindi d’istinto ho aperto la prima bottiglietta alla mattina, a colazione, con i biscotti ma…

Che sapore ha il Kombucha?

La prima volta che ho assaggiato questa bevanda ho avuto la stessa sensazione di quando, al mercato del pesce di Bergen, ho messo in bocca per la prima volta il brunost, il formaggio al caramello. Ti dicono che è formaggio, ti immagini un sapore ma il tuo palato percepisce dei sentori completamente inaspettati e va in tilt.

Stessa cosa con il Kombucha: lo verso in un bicchiere, so che contiene tè e mi immagino qualcosa di simile e invece no. In bocca mi ritrovo un liquido frizzante e leggermente alcolico. Insomma, è stato uno shock!

Che cosa è il Kombucha?

Una lunga premessa per spiegarvi che il Kombucha contiene tè ma non è tè. È una bevanda probiotica data dalla fermentazione di tè, zucchero e un ammasso di batteri e lievito noto come “scoby”. Come nel vino o nella birra, il lievito consuma lo zucchero e produce anidride carbonica e alcol (meno dell’1% ma meglio stare attenti ai bambini e in caso di gravidanza visto che non esistono ancora studi specifici).

Sembra che le prime testimonianze del Kombucha risalgono alla dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C), in Cina. Nel XIX secolo la bevanda è arrivata in Russia e da lì alla Germania ma la passione si esaurì presto a causa della Seconda Guerra Mondiale, alla scarsità di tè e di zucchero.

Contiene un fungo?

In questi anni ho sentito molti dire che per preparare il Kombucha serve un fungo… in realtà ho scoperto che ciò che serve è lo “scoby”, un ammasso gelatinoso, di colore beige, composto da batteri e lievito, che può ricordare un fungo ma non ha niente a che fare con i funghi.

Che cosa significa “scoby“? È l’acronimo di Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast, colonia simbiotica di batteri e lievito. È l’ingrediente segreto per rendere un tè zuccherato una bevanda completamente diversa. Come si fa? Ora ve lo spiego…

Come si prepara il kombucha

La ricetta del Kombucha

Potete comprare il Kombucha già pronto oppure prepararlo in casa. Di seguito vi riporto la ricetta del libro The Tea Book di Linda Gaylard, mentre, se volete conoscere la mia, leggete qui

3,7 litri di acqua minerale naturale


480 ml di Kombucha già pronto (rimasto dall’ultima fermentazione in casa oppure comprato già pronto in bottiglia)

8 cucchiaini di foglie di tè nero oppure 8 bustine

175 g di zucchero di canna

scoby (potete trovarlo attraverso il gruppo “Tutto il Kombucha del mondo”)

Come si fa il Kombucha? Scaldate l’acqua e mettete il tè in infusione per 5 minuti. In realtà la ricetta che seguo io prevede una infusione di 15 minuti.

Filtrate le foglie e versate il tè in un largo barattolo di vetro.

Aggiungete lo zucchero e mescolate fino a che non sia completamente sciolto.

Coprite il contenitore con un panno e aspettate qualche ora in modo che il tè sia completamente freddo.

Aggiungete il Kombucha già pronto, mescolate con un cucchiaio di legno (con questa bevanda è sempre meglio evitare il metallo perché danneggia lo scoby).

Unite lo scoby maneggiandolo con i guanti e non a mani nude. Coprite con un panno tenuto fermo da un elastico. Conservate il Kombucha in un luogo buio e tranquillo per una settimana.

Dopo una settimana, aiutandovi con un cucchiaio di legno controllate se il liquido è leggermente frizzantino e ha raggiunto la giusta dose di sapore. Se è troppo dolce, aspettate ancora qualche giorno.

Una volta che la bevanda è pronta, trasferite lo scoby in un contenitore di vetro e coprite con circa 700 ml del Kombucha appena preparato. Conservate il tutto in frigorifero e riutilizzate entro due mesi.

Versate la restante bevanda nelle bottigliette. Consigliate sono quelle da mezzo litro, meglio se di vetro. Lasciate tutto a riposare ancora per un paio di giorni (fino a tre) a temperatura ambiente e poi conservate in frigorifero.

Se volete aggiungere dei sapori particolari potete aggiungere 1 parte di succo di frutta su 5 parti di Kombucha prima di imbottigliare.

Tè nero o tè verde? Zucchero o miele?

È una domanda che mi hanno fatto più volte. Come mi ha insegnato la mia amica Valentina del blog The Soul Garden, il Kombucha si prepara con zucchero (bianco o di canna) e tè. Il Jun Tea, altra bevanda fermentata, ricca di probiotici, è invece a base di tè verde, miele e una coltura che si chiama Jun. Per gli ingredienti con cui viene preparato, il Jun Tea viene definito anche come lo champagne dei Kombucha.

I benefici del Kombucha

Perché bere questa bevanda a base di tè, frizzante e leggermente alcolica? Naturalmente, a tanti interessa più per le sue proprietà più che per il suo sapore.

A che cosa serve quindi il Kombucha? Contiene vitamina B e se bevuto regolarmente sembra che aiuti la digestione, favorisca la flora batterica, stimoli il sistema immunitario, migliori la salute del fegato, prevenga il cancro e la caduta dei capelli e aiuti persino a dimagrire. Insomma, sembrerebbe un elisir di lunga vita e in effetti è così che viene chiamato.

Ci tengo, come sempre, a far notare che i miracoli non li fa nessuno. A questo proposito ho trovato un articolo del medico Brent Bauer su sito della Mayo Clinic in cui si specifica che non ci sono testimonianze scientifiche o prove cliniche tali da supportare in modo inconfutabile tutti questi benefici. In particolare vengono messi in dubbio le proprietà sul sistema immunitario, sulla digestione, il fegato e la prevenzione antitumorale.


Studi:

Se volete approfondire vi elenco gli abstract di alcuni studi sull’argomento:

Hepatoprotective properties of kombucha tea against TBHP-induced oxidative stress via suppression of mitochondria dependent apoptosis” di Bhattacharya S1, Sil PC, Gachhui R (2011)

Hepatoprotective and curative properties of Kombucha tea against carbon tetrachloride-induced toxicity” di Murugesan GS1, Jayabalan R, Sathishkumar M, Binupriya AR,Yun SE, Swaminathan K (2009)

Lead induced oxidative stress: beneficial effects of Kombucha tea” di Dipti P1, Kain AK, Yogesh B, Pauline T, Selvamurthy W, Anju B, Mongia SS, Sairam M, Singh B, Kumar GI (2003)

Studies on toxicity, anti-stress and hepato-protective properties of Kombucha tea” di Dipti P1, Kain AK, Pauline T, Yogesh B, Kumar GI, Anju B, Sairam M, Mongia SS, Selvamurthy W, Singh B (2001)

Kombucha: controindicazioni

Il dottore Brent Bauer (ma anche Kathleen Zelman in questo articolo) sottolinea anche un’altra cosa: le controindicazioni per questa bevanda. Per prima cosa le fermentazioni homemade, fatte in casa, sono a rischio di contaminazioni batteriche. Il medico segnala che ci sono state anche reazioni allergiche da parte di alcuni bevitori e problemi allo stomaco.

 

 

Foto: ©Five O clock

Fonti: The Tea Book di Linda Gaylard, thekitchn.com, nourishedkitchen.com, ncbi.nlm.nih.gov, authoritynutrition.com, webmd.com

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