Sono stata al primo corso della Dilmah School of Tea in Italia. Il percorso di una giornata era incentrato sui fondamenti della cultura del tè, dalla storia alle lavorazioni fino alla corretta preparazione e alle nuove tendenze. Ecco, quest’ultima è stata la parte che mi ha incuriosito di più. Le idee trasmesse dal figlio del fondatore dell’azienda, il nostro insegnante, Dilhan C. Fernando, erano interessanti. Sono infatti tutte cose in cui credo e che sono felice di condividere con voi…
Il tè come esperienza di piacere
Parto da questo semplice concetto, un po’ per una questione cronologica e un po’ perché è anche uno degli elementi base della linea editoriale di questo blog. “Il tè non dovrebbe essere una medicina, ma un piacere“, ha ripetuto Dilhan più volte. “Andate oltre all’argomento dei benefici”.
Take that cup and elevate it to an experience
Questo è il consiglio che ha dato ai presenti, in gran parte professionisti del settore dell’ospitalità (hotel, bar, ristoranti). Come ho detto al primo festival del tè in Italia: “Preferisco dire che il tè fa stare bene piuttosto che dire che il tè fa bene”.
Anche perché è quello che chiedono le nuove generazioni di consumatori (il 25% dei bevitori del tè Dilmah ha tra i 18 e i 24 anni). Sono interessati al tema del benessere, ma vogliono anche conoscere la storia dietro un tè e vivere un’esperienza piacevole, non solo e soltanto benefica.
Proprio per questo il consiglio è quello di proporre il tè in modo divertente e originale. Il tutto a partire da menu colorati, con una breve spiegazione e magari consigli in base all’umore.
Bring tea from cup to experience!
Abbinamenti tè e cibo
Se si vuole parlare ai giovani sono d’accordo nel dire che è importante proporre nuovi metodi di fruizione. Per esempio abbinare il tè al cibo. Ne parlavamo pure con Flora Jumeau Lafond di Dammann Frères qualche settimana fa sulla pagina Facebook: il tè viene sempre più visto come un modo interessante per accompagnare i nostri pasti.
Dilhan ci ha fatto testare qualche esempio. Inizio da quello che mi ha stupito di più: pasta aglio e olio con un tè bianco dello Sri Lanka (Ceylon Silver Tips). Ottimo! Commentavamo che con un tè bianco cinese come un Bai Hao Yin Zhen (o Silver Needle) probabilmente non avrebbe funzionato. Questo tè dello Sri Lanka dal sapore mielato, piatto, leggermente fruttato con una delicata astringenza puliva bene la bocca, rendeva più equilibrato il sapore dell’aglio ed esaltava quello dell’olio extravergine. Come faceva notare Dilhan, anche a livello tattile (texture), la “morbidezza” di questo tè valorizzava la consistenza e leggera ruvidità della pasta.
Ecco gli altri abbinamenti proposti durante il corso:
Branzino all’acqua pazza – tè verde di Ceylon (Ceylon Young Hyson Green)
Bistecca con glassa di mandorle – tè verde alla menta
Mini hamburger – Brilliant Breakfast (un blend di tè neri provenienti da Dimbula, Sri Lanka)
Brownie al cioccolato – tisana alla menta*
Torta di mele – camomilla
*Non solo tè quindi, ma anche tisane. La cosa particolare è che la sensazione tattile in bocca è molto diversa. L’astringenza più o meno marcata del tè pulisce molto meglio il palato. La tisana alla menta accompagnava ed esaltava i sapori del dolcetto ma non andava a modificare la pastosità e la cremosità dell’impasto al cioccolato. Giocando con gli abbinamenti potete quindi creare effetti diversi e non solo per quanto riguarda il gusto.
Dilhan ci ha infatti anche fatto provare la sensazione caldo-freddo abbinando un gelato alla vaniglia a una tazza di Darjeeling.
Tea Mixology: i cocktail al tè
Ecco un altro interessante modo per proporre il tè in modo innovativo! Il tè è un ottimo ingrediente in cucina (trovate le mie ricette qui) ma anche in quella che viene definita arte della mixology, ovvero nella creazione dei cocktail.
Durante il corso, gli esperti Robert Schinkel e Charles Flaminio ci hanno dimostrato (avete seguito le dirette su Instagram?) che la nostra bevanda preferita si abbina benissimo a vari tipi di alcolici e insieme possono poi dar vita a qualcosa di completamente nuovo e intrigante.
Per esempio Robert ha preparato un infusione a freddo del suo tè preferito, il Sencha. Lo ha poi miscelato con cetriolo, gin (Hendrick’s Gin), ghiaccio e sciroppo di camomilla. Il suo cocktail preferito è invece il Negroni Tea, una variante del classico Negroni con tè nero di Ceylon, zucchero, Vermouth bianco e scorza d’arancio.
Allora, il tè è ancora la bevanda che cura il mal di pancia e basta? 😉
Diversi di voi mi hanno chiesto sui social informazioni sulla Dilmah School of Tea… al momento non sono in programma altri corsi in Italia ma sul sito potete iscrivervi a due percorsi di formazione online: www.schooloftea.org
Foto: Five O clock. Foto di copertina: Matthew Henry
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