Natale, 5 ricette e ingredienti da abbinare al tè

Chi dice che le ricette tradizionali di Natale non si possano abbinare al tè? È una bevanda versatile, in grado di accontentare tutti (basta scegliere i tipi giusti!), ottima sia calda che fredda. Certo, qualcuno potrebbe storcere il naso ma vale la pena fare un tentativo, non trovate?


Ho scelto allora 5 prodotti tipici delle feste, dal classico panettone alle lenticchie in umido, e ora vi racconto i miei consigli di abbinamento.

Salmone e tè verde

Le tartine con il salmone affumicato sono uno dei piatti che ha sempre caratterizzato la cena della vigilia di Natale nella mia famiglia. Di solito tostiamo il pane integrale o di segale, spalmiamo un velo di robiola di capra e aggiungiamo una fettina di salmone affumicato. Essendo un piatto freddo proporrei un tè verde Sencha preparato con infusione a freddo. Ricordate che però le ultime tendenze puntano a mescolare le temperature (come vi raccontavo qui) quindi ben venga un tè a caldo. Se al posto della robiola usate un formaggio fresco dal sapore più delicato, come il Philadelphia, potete creare una crema incorporando il matcha e portare in tavola una variante nuova all’insegna del tè!

Se invece prevedete piatti caldi, come un filetto di salmone al forno, allora non vi resterà che proporre un Sencha preparato a una temperatura di 70-80° C. L’astringenza del tè verde pulirà la vostra bocca da un pesce dalle carni sode e grasse. I sapori vegetali di questo tè giapponese inoltre valorizzeranno la cucina di mare.

Lenticchie e oolong

Simbolo di prosperità, sempre presenti sulle tavole delle feste, dal Natale al primo dell’anno. Sembra che le lenticchie siano stati i primi legumi a essere coltivati dall’uomo ed erano amatissime dagli antichi Romani. A casa mia vengono stufate con cipolla, sedano, carote e un cucchiaio di pomodoro e accompagnano il bollito o il cotechino.

Ho pensato di abbinarle a un tè oolong a medio-alta ossidazione, come un Dong Ding. Un infuso meno floreale di un Tie Guan Yin ma comunque vegetale. Dolce al palato, con note di frutta secca e un gusto deciso ma ben bilanciato per non coprire gli altri sapori.

Per conoscere gli oolong cliccate qui

Panettone e tè Assam

Intervalliamo queste ricette salate con il Re delle tavole natalizie. La storia del panettone inizia a Milano. Sembra che già attorno al 1200 fosse diffuso in questa zona un pane dolce arricchito di uva secca. Secondo una delle leggende legate a questo dolce, la notte della vigilia di Natale il cuoco di Ludovico il Moro, signore di Milano a fine XV secolo, bruciò distrattamente il dolce. Lo sguattero Toni allora decise di impastare una nuova ricetta con gli ingredienti a disposizione: farina, zucchero, lievito, uova, canditi e uvetta. Il risultato fu molto apprezzato a corte, al punto che quella ricetta fu rinominata “pan de Toni”. Da qui deriverirebbe il nome “panettone”.


Il panettone può essere abbinato al tè nero Assam. Scopri gli altri abbinamenti
Ringraziamento speciale alla mia assistente Adel

Ho deciso di accompagnare questo dolce natalizio con una tazza di Assam, un tè nero dalle note maltate e mielate, ottimo da bere anche insieme a un goccio di latte. Curiosità: viene spesso consigliato pure con la torta delle feste (Natale ma anche Giorno del Ringraziamento) nel Sud degli Stati Uniti: la Pecan Pie. Un tè che fornisce un ponte ideale tra le tavole di due continenti.

Cotechino e tè nero

Il cotechino è un insaccato di carne e cotenna di maiale macinati con sale e spezie. Viene consumato cotto, spesso con un contorno di lenticchie oppure patate. È un piatto ricco e grasso, che ha bisogno di un degno compagno di avventure. Sicuramente è necessario un tè con una buona astringenza, in grado di pulire la bocca e prepararla a un nuovo assaggio.


Quando si parla di astringenza si pensa subito a un tè verde e c’è chi abbina la carne di maiale a tè verdi cinesi come il Long Jing o il Chun Mee. Secondo me in questo caso è necessario qualcosa dal gusto più intenso, in grado di non farsi sopraffare dalle note speziate del cotechino. La mia scelta è stata allora un tè nero dello Sri Lanka (Ceylon), possibilmente coltivato a bassa o media altitudine. Questo perché è meno floreale e più corposo.

La leggera astringenza e l’acidità di questi tè, le loro caratteristiche agrumate, riescono a fare da contraltare a un ingrediente dal sapore così importante. Un tè nero dello Sri Lanka della regione del Kandy, dell’Uva o del Ruhuna possono allora svolgere al meglio questo lavoro.

Pandoro e Darjeeling

Concludo questo articolo natalizio con un altro classico dessert delle feste: il pandoro. La ricetta è nata in Veneto e più precisamente a Verona. Il dolce che conosciamo oggi ha una data ben precisa: il 14 ottobre 1884 Domenico Melegatti depositò il brevetto di una specialità dalla forma a stella e l’impasto morbido.

Farina, zucchero, uova, burro, miele, vaniglia, zucchero a velo sono gli ingredienti di questa dolcissima ricetta di Natale. Lo ammetto, non è una delle mie preferite ma il sapore burroso e vanigliato può essere equilibrato da un tè morbido, aromatico, floreale, con una delicata astringenza come un secondo raccolto di tè Darjeeling. Lo definiscono lo “champagne dei tè”, termine che ben si addice a un dolce che ha nel proprio nome la parola “oro”.

Provate anche la ricetta della millefoglie di pandoro e crema al matcha

 

Foto: Carlotta Mariani per Five o'clock (dicembre 2018)

Fonte: Agrodolce.it; Vanityfair.it; Il giornale.it; Englishteastore.com; Taccuinistorici.it; Serendipitea.com; Pureceylontea.com; Venetoworld.com

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