Toscana, viaggio nella prima piantagione di tè in Italia

In Toscana c'è la prima piantagione di tè in Italia creata da Guido Cattolica

Tanti anni fa, in un piccolo borgo della Toscana, è nata la prima piantagione di tè in Italia. Ci troviamo a Sant’Andrea di Compito, nel comune di Capannori, in provincia di Lucca. In questo caratteristico abitato alle pendici del Monte Serra, tra alberi di camelie (di cui alcune secolari) e ulivi, l’impresario agrario e cameliologo Guido Cattolica, negli anni ’80, ha letteralmente iniziato a coltivare la sua passione all’interno del terreno di famiglia, l’antica chiusa Borrini.


“Collaboravo da anni con l’orto botanico di Lucca – mi ha raccontato durante la fiera del tè e la mostra Antiche Camelie della Lucchesia – perché stavano scrivendo dei libri sulle camelie e sono uno specialista dell’argomento. In quell’occasione ci fu l’inverno dell’85 e vidi che, curiosamente, le piante del tè erano riuscite a sopravvivere. Allora mi venne il tarlo di fare una acclimatazione per arrivare a una linea selettiva”. Guido Cattolica ha così ottenuto l’ecotipo Sant’Andrea (varietà sinensis, specie sinensis, ecotipo sant’Andrea) in grado di resistere fino a 12 gradi sotto zero. Ricordiamo che la pianta del tè preferisci climi tropicali e sub tropicali. “Sono riuscito a fare ciò che i miei colleghi botanici all’inizio definivano una follia”. E lo ha definito “il folle del tè“anche l’esperto francese Olivier Scala nel volume Thésparlando di un signore “che coltivava tè sulle colline lucchesi” .

Guido Cattolica coltiva tè in Toscana dal 1987

“Un istituto cinese sul tè nello Zhejiang è interessatissimo al mio genoma perché può essere utile per ambientare il tè ad alta quota per cui abbiamo un buon rapporto di interscambio”, ha aggiunto.

Oggi la prima piantagione di tè in Italia è composta da 2500 piante “che mi consentono di lavorare circa 16 – 17 kg di sostanza finita”. Qui si producono quattro tipi di tè: bianco, verde, oolong e nero. Ho scritto “si producono” ma è in realtà è Guido che fa tutto, “dalla zappa alla conferenza”. I raccolti (circa tre all’anno) vengono fatti rigorosamente a mano e il cameliologo non disdegna neanche qualche esperimento con i tè profumati.

Una passione di famiglia e una storia da romanzo

Nel 1987 Guido Cattolica ha seminato le prime piantine. “Il primo raccolto lo feci nel 1990. Naturalmente i primi andavano un po’ male perchè dovevo procedere per tentativi ed errori all’inizio”. Con il tempo il botanico si è documentato e ha attinto a una importante risorsa: la famiglia. “Avevo dei parenti che coltivavano tè in Assam e ho avuto da loro i disciplinari di produzione e i diari”.

La vostra famiglia quindi è da sempre collegata al tè? “Sì o perlomeno alle camelie. Un romanziere francese, Gérard de Cortanze, anni fa mi chiese il permesso di ispirare un romanzo alla mia storia. Il libro si chiama Assam e ha vinto il premio Renaudot in Francia. Hanno deciso di girare anche un film. Un giorno mi è arrivata la chiamata di Sophie Marceau che voleva parlare con il personaggio che ha ispirato la storia. So che lo stanno ancora girando ma non so quando uscirà”.


Viaggio nella prima piantagione di tè in Italia
Guido copre le piante per proteggerle dalla grandine e sviluppare il sapore dolce come si fa con i tè d’ombra giapponesi

In attesa di vedere questa avventura sul grande schermo, per poter conoscere e acquistare il tè toscano l’unica soluzione è andare alla fonte, all’antica chiusa Borrini a Sant’Andrea di Compito. “Lo vengono a cercare da tutta Italia anche perché le mie piante non subiscono trattamenti”.

Alla mia domanda sui progetti per il futuro, Guido mi ha spiegato che non ha ambizioni di crescita esponenziale o di crearne un’industria. Ha rifiutato persino un’importante acquisizione. Lui è felice così e si vede. È orgoglioso e affezionato alle sue piante, ama raccontare i suoi tè alle persone che vanno a trovarlo, spiegare quello che ha fatto e quello che sta facendo. Non vuole intermediari, vuole prendersi cura in prima persona di questa sua passione, “dalla zappa alla conferenza”, appunto.

Curiosità sulla piantagione di tè in Toscana

Abbiamo detto che la famiglia di Guido Cattolica ha un legame particolare con il mondo delle camelie. L’antica chiusa Borrini, dove oggi si trova la prima piantagione di tè d’Italia, anticamente ospitava un vigneto e un frutteto. Nel 1795 furono però piantate delle camelie lungo il viale di accesso alla cappella di famiglia. Questo grazie alla passione di Angelo Borrini, oculista personale di Carlo Lodovico di Borbone, duca di Lucca. Fu lui che contribuì alla diffusione di questa affascinante pianta nella zona e a selezionare alcune cultivar ancora oggi presenti a Sant’Andrea di Compito.

Angelo, insieme al fratello Alessandro, fondò una società segreta a carattere carbonaro chiamata “Compagnia liberale”. Sembra che a Villa Borrini passò persino Giuseppe Mazzini. Immaginate quale era il loro simbolo? Proprio un fiore di camelia screziato rosso e bianco che, con le foglioline verdi, riprendeva naturalmente le tonalità del Tricolore. Durante il Risorgimento italiano la camelia divenne sinonimo di cambiamento e di ideali patriottici. Molte varietà ottenute in quel periodo venivano battezzate con nomi simbolici per il tempo, come 22 Marzo, Garibaldi, Conte di Cavour, ecc.


Altra curiosità: Guido Cattolica ha collaborato anche alla realizzazione del famoso camelieto (Camellietum Compitese) di Sant’Andrea di Compito. Il progetto, nato nel 2002, ospita circa 1000 esemplari e 750 cultivar. Si può visitare durante i fine settimana primaverili della mostra Antiche Camelie della Lucchesia oppure durante l’anno su prenotazione. Pensate che il giardino è piaciuto talmente tanto anche all’estero che Guido Cattolica è stato chiamato per la realizzazione di un’altra collezione di camelie in Darjeeling, India, all’interno della piantagione biodinamica Makaibari.

La piantagione di tè in Toscana comprende 2500 piante

 

Scoprite l’articolo dedicato ad altre piantagioni di tè nate in un luoghi non usali cliccando qui

Foto: Carlotta Mariani per Five o' clock (marzo 2019)

Fonte: capannori-terraditoscana.org; camelielucchesia.it; camellietumcompitese.it; repubblica.it; Jane Pettigrew’s World of Tea di Jane Pettigrew; myassamtea.com; museodelrisorgimento.provincia.lucca.it; floratoscana.it

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