Bere un tè a Tokyo

Oggi facciamo un viaggio a Tokyo con una persona speciale. Attraverso i social ho conosciuto, infatti, Elisa Da Rin Puppel, appassionata di tè e fondatrice de Il Bollitore, che da quattro anni vive in Giappone e, più precisamente, nella sua capitale. Prima di partire per il Sol Levante, Elisa ha lavorato a Milano per note case di tè internazionali. Oggi si occupa di tutt’altro settore ma l’amore per questa bevanda è rimasto. Così ne ho approfittato per chiederle qualche consiglio e scoprire tante curiosità sulle tendenze giapponesi.


Conosciamo Elisa e scopriamo dove bere tè a Tokyo, tra tradizioni e falsi miti.

Il Giappone e il tè

Prima di tutto, come è nata la tua passione per il tè?

Dovrei citare una persona, la mia Guru del tè, la persona che per prima mi fece la fatidica domanda: “Secondo tè, tè verde e tè nero sono due piante di tè differenti?” Alla quale io ho risposto “beh, sì, sono differenti ovvio!”. Lei mi prese per mano e mi portò nel fantastico mondo del tè. Questa fata del tè si chiama Jurga, e oggi la potete leggere nel suo blog favoloso PrimaInfusione.

Grande appassionata di tè ma anche di Giappone. Che cosa ti aspettavi di trovare a Tokyo? Le tue aspettative sono state confermate?

Appassionata del Giappone fin da bambina, ma ciò non significa che fossi attratta dai manga o cost-player! Io adoravo i Kimono, la calligrafia realizzata con pennello e inchiostro naturale su carta raffinata, le ceramiche, le poesia haiku… ecco cosa mi ha portata a Cà Foscari prima e a Londra poi per un master in Arti e Culture del Giappone. Ho atteso molto prima di approdare a Tokyo, dove mi hanno accolta i fiori di ciliegio, l’arte del tè e il contrasto tradizione antica vs iper-tecnologia che ancora c’è. Ma, devo ammettere, non ho ritrovato tutti i sentori dell’arte antica appartenente al mondo pre-apertura dei porti all’Occidente che tanto mi appassionava.

Il legame dei giapponesi con questa bevanda resta invece forte anche in una metropoli internazionale come Tokyo?

Il legame dei giapponesi con il tè è molto forte, certo. Si pensi a esempio che non vedo quasi mai persone nipponiche bere dell’acqua da una bottiglietta. In ufficio, a esempio, tutti hanno sulla scrivania o una tazza di tè o caffè o una bottiglietta in plastica contenente senchahojicha che, sebbene di buona qualità, si trova per pochi centesimi al supermercato o a tutti i distributori automatici. La cosa che, però, più mi ha impressionata e lasciata perplessa, lasciamelo ammettere, è che poche persone hanno tè in foglie e teiera in casa. Per loro il tè verde è semplicemente “ocha”, come per noi acqua frizzante che si può trovare in qualsiasi bottiglietta, non serve necessariamente avere il set a casa, non serve saperne origine o qualità. Questo è il grande gap tra il mio ideale di “tè in Giappone” che pensavo di trovare e di come è effettivamente consumato.

Tendenze

Quali sono quindi le novità e le ultime tendenze, i tea trends a Tokyo?

L’ultima novità, come nel resto del mondo credo, è il cosiddetto Bubble Tea o Tapioca Tea. Lo si trova a ogni angolo di Tokyo e servito in tutte le varianti zuccherate e pannose possibili (mi chiedo se effettivamente ci sia anche solo un grammo di tè vero all’interno!). Devo però riconoscere che questo trend interessa esclusivamente i teenagers. Per ragazze e donne giapponesi il vero “must” è fare il teatime all’occidentale, intendo come lo potremmo fare a Londra o in una sala da tè a Parigi. Quindi sempre più sale da tè, come le rinomate Marriage Fréres o TWG, e tutti gli hotel di Tokyo, offrono il teatime con tè rigorosamente nero, prediligendo il classico Earl Grey e Darjeeling, attorniato da alzate che vanno dal salato al dolce, imitando perfettamente i servizi europei anche in termini di tazze e ambientazione.

Elisa ci racconta dove bere a Tokyo

Un tè a Tokyo

A questo punto siamo curiosi: qual è il tè più buono che hai bevuto finora in Giappone e dove lo hai trovato?

Devo ammettere che la miglior qualità di tè giapponesi mai assaggiati li ho sempre trovati da Sakurai Tea Room. Ogni volta che vado a fare teatime lì trovo mono origine estremamente rari, specialmente gli hojicha, che vengono scaldati direttamente nella teiera kyushu di fronte agli occhi del cliente. L’ultimo sorprendente che ho provato è stato un’hojicha fermentato e fatto essiccare in panetti seguendo un processo simile a quello del pu-erh cinese. Per quanto riguarda il tè verde in purezza, invece, il più incredibile tè che io abbia mai assaggiato è stato il fukamushi della Wakoen teafarm che ho visitato lo scorso settembre.


Dove ci consigli di bere tè a Tokyo?

Per il tè verde giapponese, oltre a Sakurai, sicuramente ci sono Green Brewing e Cha-no ma nel centro di Tokyo. Per il tè nero invece, consiglio vivamente una piccola tearoom a gestione famigliare vicino ad Aoyama, Maison Feuillage (nella foto di copertina). Lì posso gustare uno Yunnan Imperial fantastico, accompagnato da autentici scones sfornati quotidianamente dal gestore stesso su rigorosa ricetta inglese.

E la cerimonia del tè? È un’esperienza che consigli di fare o ci sono altre attività meno conosciute ma più interessanti?

La cerimonia del tè con il matcha seduti sul tatami, e magari anche con un maestro di tè in costume tradizionale è sicuramente da fare. Vi è però una cerimonia ancora più antica, importata direttamente dalla Cina assieme alle prime foglie di tè, e si tratta della cerimonia del tè sencha, senchadō. Teiere e tazze sono in raffinata ceramica bianca, molto più piccole e adatte a breve infusioni di sencha, le quali sprigionano tutto il sentore del tè.

Gite fuori porta all’insegna del tè

Recentemente hai visitato una piantagione di tè. È stata una bella esperienza? Si riesce a raggiungere facilmente da Tokyo? Raccontaci tutto!

Davvero l’esperienza più bella dopo 4 anni in Giappone! Innanzitutto, la piantagione si trova in un paradiso naturale ancora totalmente immutato (considera che è una delle pochissime province nel sud del Giappone che non è coperta da rete ferroviaria!). Questa tea farm di nome Wakoen si trova nel Kyushu, a un’ora e mezza d’auto dall’aeroporto di Kagoshima.


La cosa che più mi ha colpito è stato il verde immenso che subito mi ha avvolta, poi una volta arrivata di fronte alle piantagioni di tè mi sono commossa. Il personale poi mi ha portata a vedere tutti i retroscena, dai macchinari utilizzati per irrorare le piante e raccogliere le foglie, fino all’interno della fabbrica per capire tutti i processi, dall’essicatura all’impacchettamento. Insomma, è stata davvero un salto nei retroscena di un pacchetto di tè! Ora quando apro una loro confezione non assaporo solo l’aroma intensissimo che il loro tè “deep steamed” hanno, ma anche e soprattutto il lavoro, la dedizione e l’amore alla base della loro azienda.

Chiunque può visitare la piantagione? È necessario prenotare?

Certo! La visita alla tea farm Wakoen è aperta a tutti. Anzi, consiglio vivamente a tutte le persone che hanno in programma un viaggio in Giappone di estendere il classico tour Tokyo – Kyoto – Nara fino a Kagoshima…merita davvero! Potete mettervi in contatto direttamente con l’azienda scrivendo al loro contatto ‘inglese’ via mail (in realtà si tratta di un gentilissimo ragazzo francese, Raphael, che lavora nella farm, lui mi ha aiutata a organizzare il mio viaggio e mi ha assistita durante tutta la visita), ecco la sua mail: raphael.dore@wakohen.co.jp

Il viaggio da Kagoshima alla cittadina si trova la piantagione può essere fatto utilizzando i bus cha partono dall’aeroporto. Una volta arrivati, consiglio di andare a dare un’occhiata prima a Wakoen Tea shop per una degustazione e per un po’ di immancabile tea shopping. Poi suggerisco vivamente di prenotare un pranzo al ristorante adiacente allo shop, Sau no kura. In questo locale, in classico stile giapponese, si può degustare un intero menu a base di tè verde giapponese, a partire dai soba fatti con il tè verde e salsa di yuzu, alla carne in salsa di hojicha fino alla mousse al matcha, il tutto irrorato da Sencha Wakoen… insomma una versa esperienza tea-gastronomica a 360 gradi!

Potete continuare a seguire le avventure nipponiche di Elisa anche su Instagram seguendo @eli_amelie

 

Foto: ©Elisa Da Rin Puppel

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