La leggenda

C’era una volta un principe nel lontano Oriente. Il suo nome era Dharma e amava riflettere per ore e ore. Un giorno, durante una delle sue meditazioni si addormentò. Quando se ne accorse si arrabbiò tanto da strapparsi le labbra e gettarle a terra così che non si chiudessero più. Con grande stupore del principe, all’improvviso, le palpebre divennero una bellissima pianta. Spinto dalla curiosità, Dharma ne assaggiò qualche foglia e scoprì che avevano il potere di mantenere gli occhi aperti e la mente attiva.


La leggenda è di origine giapponese ed è stata creata per ricollegare il tè al buddismo zen. Questa religione, infatti, consigliava vivamente l’uso della bevanda per aiutare i suoi seguaci nella meditazione e nella preghiera.

Secondo una più antica storia cinese, al tempo delle “tre dinastie” esistevano tre sovrani. Il loro dovere era quello di fabbricare il mondo, dare armonia a tutte le cose e mettere le basi al vivere civile. A Chen Nung (o Shen Young, in base alle diverse grafie adottate) spettava il compito di seminare i grani utili all’uomo, come il frumento, il riso, la soia… Tutto questo avveniva durante una grande cerimonia in cui si beveva tè. Il sovrano aveva scoperto la sacra bevanda per caso. Un giorno, si accorse che il vento aveva fatto cadere delle foglie in un pentolino di acqua in ebollizione. Incuriosito, assaggiò il liquido e se ne innamorò.

Penso che ognuno di noi abbia iniziato così, per caso. Qualcuno, una volta, vi avrà offerto una tazza di tè. Voi avrete annusato la bevanda scura un po’ sospettosi e ora non ne potete fare più a meno 😉


Commenti

  • claudia

    sono due leggende molto affascinanti, la seconda l’avevo già sentita da qualche parte… buona settimana!

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