чай, viaggio in Russia

Le prime notizie sul tè arrivarono nel 1567 grazie a due viaggiatori russi di ritorno dalla Cina. Solo all’inizio del Seicento, però, che la bevanda arrivò nella corte dello zar Michail Romanov come dono di una delegazione cinese e ci mise una cinquantina d’anni a diffondersi. Nel 1689, dopo la definizione dei confini tra i due imperi, la Cina iniziò a portare le foglie del tè in Russia attraverso il lungo viaggio di carovane di cammelli.


Nel XIX secolo venne introdotto il samovar (che significa, “bolle da solo”), un recipiente di metallo, già usato dai Mongoli, in cui si può mantenere l’acqua calda per preparare in ogni momento il чай (tè in russo).

Ai russi piacciono gusti molto forti. Per addolcire il sapore, spesso si beve l’infuso tenendo in bocca una zolletta di zucchero o un cucchiaio di marmellata. Il tè può essere servito anche con fettine di limone o di arancia.


Commenti

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  • […] arrivò in Europa. Il merito fu di Benjamin Ginsberg, un colono sudafricano di origine russa (Russia e tè, un legame antico… come racconta anche la storia del Kusmi Tea), discendente di commercianti di […]

  • […] Vicino a Postdamer Platz c’è la famosa Porta di Brandeburgo e un’altro viale verde ed elegante, Unter den Linden. In fondo alla strada, poco prima di incontrare il fiume della capitale, lo Spree, sulla sinistra rimane am Festungsgraben dove al numero 1 abbiamo la Tadschikische Teestube, una sala da tè tagika (ricordiamo che fino al 1989 questa zona era sotto il dominio dell’Urss). Ci si siede su cuscini, a tavolini bassi, e si sceglie tra svariati tè serviti nel tradizionale samovar. […]

  • sportivomanontroppo

    Carlotta, ma non sono nemmeno nella tua blogroll…..che amarezza…..:)

  • claudia

    la russia mi affascina tantissimo, da quando ero piccola e avevo un bellissimo libro illustrato di fiabe russe 🙂 spero di visitarla prima o poi…

  • Carlotta Mariani

    Anche a me mia madre le leggeva quando ero piccola 🙂 Sì, penso che la Russia abbia un fascino tutto particolare e spero di andarci anch’io un giorno

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