Da Imperium...

“Ashabad, città tranquilla. In strada di tanto in tanto passa una Volga o un ciuchino fa schioccare gli zoccoli sull’asfalto. Al mercato russo vendono tè caldo. Una teiera, venti copechi (moneta russa). Ma non è questo il modo di misurare il valore del tè. Qui il tè è la vita. Il vecchio turkmeno solleva la teiera, riempie una ciotola per sè e un’altra che porge a un biondino. “Nu (Sù)” gli dice. “Oj djadja (Oh nonno) – risponde il ragazzino – quante volte te lo devo dire: si dice na non nu“. Il nonno ride, forse pensa quel che penso anch’io: ormai nessuno può insegnargli niente. Un Turkmeno dalla barba bianca come lui sa tutto. La sua testa è piena di saggezza, i suoi occhi hanno letto il libro della vita. Quando ha posseduto il primo cammello ha conosciuto la ricchezza, quando gli è morto il gregge di pecore ha conosciuto la disgrazia della miseria. Ha visto i pozzi prosciugati, dunque sa cosa sia la disperazione; ha visto i pozzi colmi d’acqua, dunque sa cosa sia la felicità. Sa che il sole dà la vita, ma anche la morte, cosa di cui nessuno europeo si rende conto.”


Da Imperium di R. Kapuscinski.

Un libro che consiglio a tutti… c’è chi ultimamente dice che Kapuscinski non vissuto molte delle esperienze che ha descritto nei suoi libri come alcune di giornalismo di guerra ma sicuramente ha un modo di raccontare affascinante… se non è stato un bravo giornalista, è stato sicuramente un grande scrittore

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