Per un buon tè ci vuole una buona acqua. I antichi cinesi già lo sapevano. Il poeta Lu Yu, chiamato dio del tè, nel suo trattato sulla bevanda diceva che per un buon infuso ci voleva l’acqua di montagna, meglio ancora se proveniva dallo scioglimento delle stalattiti. Per l’imperatore Qiang Long, il massimo, era quella della neve.
Oggi per fare un buon tè, non possiamo seguire questi consigli. Possiamo però cercare di usare un’acqua oligominerale naturale leggera, con un ph che si aggira tra 6,5 e 7 (guardate le etichette delle bottiglie) e con un basso residuo fisso. Se il vostro infuso è opaco e ha una sottile pellicola sulla superficie, significa che ci sono troppi ioni di calcio (Ca) e bicarbonato (Hco3) nel liquido di infusione.
Prima ho parlato di acqua leggera… sapete cosa vuol dire?
La durezza è la quantità di calcio e magnesio presente in un’acqua ed è espressa in gradi francesi °f. Un grado corrisponde a 10 mg/l di carbonato di calcio (CaCo3). Più il contenuto è basso (meno di 15 °f) più l’acqua è leggera. Per scoprirlo basta leggere l’etichetta o quasi… In alcune, infatti, il valore è proprio esplicito. In altre è indicato solo il contenuto di calcio (Ca++) e magnesio (Mg++). Evito di scrivere le formule per calcolare, da questi dati, la durezza comunque confrontate le varie etichette e prendete quella con i valori più bassi oppure controllate i confronti tra le acque che ci sono su internet come questo:
http://w
ww.osmotic.it/files/raffronto_co_acque_minerali.pdf
L’avevo cercato per le mie piante carnivore che vogliono un’acqua leggerissima… sono molto delicate ma stupende, le adoro 🙂
