Tea Masters Cup Italia 2017, chi ha vinto e che cosa è successo?

Valerio Vitiello è il vincitore della Tea Masters Cup Italia 2017

Chi ha vinto la Tea Masters Cup Italia 2017 dedicata alla nuova categoria della Tea Mixology? Si chiama Valerio Vitiello, ha 29 anni e ha conquistato i giudici con il tea cocktail La via del DrinkTea a base di Earl Grey e rooibos.


Valerio lavora come bartender in Val D’Aosta ma di è origine sarda e a settembre volerà in Asia per partecipare alla finale mondiale del Tea Masters Cup 2017. Congratulazioni e forza Valerio!!! Vi immaginate che bello se il primo tea mixologist al mondo fosse italiano? 🙂

Non voglio portare sfortuna ma questo giovane bartender è molto interessante. Perché? Ora vi racconto che cosa è successo…

Tea Masters Cup Italia: il vincitore

Perché Valerio Vitiello, il vincitore della Tea Masters Cup Italia 2017, mi ha subito colpito? Premetto, io di cocktail non capisco niente, anzi da anni quando esco preferisco una birra a un drink. La cura del dettaglio di questo giovane, l’eleganza, la sicurezza però mi hanno incuriosito.

“Per questa ricetta mi sono ispirato a un viaggio“. Così ha iniziato la sua gara. Ha raccontato che ha saputo della competizione quando si trovava a casa, sull’isola de La Maddalena, e qui ha trovato l’ispirazione. Ho meglio ha trovato un personaggio da cui partire: Giuseppe Garibaldi, uomo che ha trovato in questo arcipelago la sua ultima dimora. Oltre che un patriota, Garibaldi è stato un grande viaggiatore e al tema del viaggio è dedicato il cocktail di Valerio.

La mappa

A questo punto il concorrente ha lasciato ai giudici una specie di mappa, una cartina pop up con gli ingredienti e il percorso di questa ricetta tra materie prime e tradizioni di ogni parte del mondo. La potete vedere nella foto di copertina.

Idea davvero affascinante e poi, diciamo, fa scena.

La ricetta

“Ho voluto utilizzare per questo drink – ha spiegato – un tè più classico possibile in modo che sia facilmente replicabile”. Valerio ha quindi scelto l’Earl Grey. Sono state aggiunte però delle foglie di rooibos per dare una tonalità un po’ più rossa senza influenzarne il sapore. Attenzione: il tè è stato preparato con il syphon (o sifone), strumento molto alla moda per la preparazione del caffè. Lo potete vedere su Amazon.

La ricetta è di proprietà della Tea Masters Cup per cui non possiamo sapere le dosi ma in gara sono stati detti gli ingredienti. Proseguiamo allora il viaggio… quale città possiamo associare al tè? Londra e la capitale ha fatto venire in mente a Valerio il gin.

Da qui, seguiamo Garibaldi in Messico dove il giovane bartender ha trovato la nota acida per il suo cocktail: il succo di lime, “spesso utilizzato sulle navi contro lo scorbuto e altre malattie” e quindi era presente anche sulle imbarcazioni che trasportavano il tè.


Vediamo le altre materie prime: lemongrass dalla Malesia, cardamomo dello Sri Lanka e oleo saccharum (preparazione a base di agrumi e zucchero) al pomelo, un frutto originario dell’Asia meridionale.

Il cocktail è stato poi ossigenato grazie all’aiuto di una teiera marocchina seguendo i gesti della cerimonia del tè del Marocco.

Le tazzine

Altro tocco di classe. Il cocktail vincitore della Tea Masters Cup Italia 2017 è stato servito in tazzine speciali. Valerio le ha fatte creare apposta da un’amica che lavora la ceramica ispirandosi alla forma delle campane delle navi che trasportavano il tè, i clipper.

Ora capite perché dico che pur non conoscendo il mondo della mixology e pur non avendo assaggiato il suo cocktail, questo bartender sardo secondo me è molto interessante?

Quali concorrenti mi sono piaciuti di più?

Diverse persone mi hanno fatto questa domanda… quali sono stati i miei concorrenti preferiti? Chi secondo me doveva vincere? Difficile, molto difficile dirlo perché il livello era altissimo e, cosa che mi ha molto stupita, in generale c’era una buona conoscenza del tè. Solo una persona, Valentina, veniva da questo mondo eppure quasi tutti i partecipanti dimostravano di conoscere la materia. Mi spiegate allora perché in un qualsiasi bar è impossibile bere una tazza di tè decente? 😉

Altra cosa che mi ha piacevolmente stupita è stata l’emozione. Vedere le mani di questi esperti, che armeggiano shaker ogni giorno, tremare è stato bello perché quelle mani facevano trasparire la passione e l’impegno per questa strana e innovativa competizione che è la Tea Masters Cup.

Quali tè sono stati usati?

Vediamo ora i protagonisti della Tea Masters Cup Italia 2017 e i loro cocktail in ordine di gara.

Gianmario Artosi – GinTè

Ha usato un tè dello Sri Lanka e ha ricordato i 150 anni dalla prima piantagione di tè, già tema del primo festival del tè in Italia: In Tè Bologna Festival.

Mia Terri – Fuji Komine

Ha impiegato il matcha, un ingrediente di cui abbiamo accennato qualcosa parlando di cocktail, e con questo tè ha rivisitato un Grasshopper, una classica ricetta di after drink.


Il cocktail al matcha proposto da Mia Terri

Cristian Lodi – Tra Tè e Me

Ha inserito nel suo tea cocktail un tè verde al gelsomino e un liquore preparato precedentemente con lo stesso tè. La particolarità è che ha preparato tutto in una teiera di ghisa (a parte un passaggio di alcuni ingredienti nello shaker).

Cristian ha ricordato che in età coloniale il tè veniva usato per diluire i punch quindi la tea mixology ha origini antiche.

Nicolò Macario – 3.30 p.m.

Giovanissimo, un ragazzo di 18 anni che ha messo in scena un tè rosso dello Yunnan raccolto a marzo 2017 per una nuova versione del classico punch. Nicolò ha sottolineato di aver preparato il tè mettendolo in infusione per 3 minuti a 85° C.

Tea cocktail a base di Sencha giapponese creato da Valentina MecchiaValentina Mecchia – Hanami

L’unica coraggiosa che veniva dal mondo del tè e persino astemia! Valentina, appassionata ed esperta di Giappone (vi ho parlato di lei raccontandovi del Kombucha), ha messo in infusione il tè Sencha in un’acquavite giapponese. Ha dedicato il suo primo cocktail alla fioritura dei ciliegi.

Silvia Piccinato – Santa Maria

Altro cocktail ispirato al viaggio, con ingredienti provenienti da luoghi diversi. Come tè Silvia ha usato un tè Sencha aromatizzato con cocco e ananas.

Angelo Pinelli – Fujian Fizz

Un omaggio alla Cina anche dal nome del cocktail. Il tè protagonista è il Milky Oolong cinese, un tè semi ossidato oolong dai caratteristici sentori di latte grazie a una particolare lavorazione.

Alessio Simonini – Five O clock

Questo cocktail ha un nome bellissimo ed è il mio vincitore morale 🙂 Nonostante però questo titolo un po’ britannico, il cocktail si ispira al Giappone. Alessio infatti è Sake Sommelier e ha usato un Sencha. Ha sottolineato che l’infusione è stata più lunga del solito: 10 minuti invece dei classici 3.

Alessio Simonini ha partecipato alla Tea Masters Cup Italia con un cocktail a base di Sencha

Sandro Bravi – Karma

Creare un cocktail per cercare di creare la stessa atmosfera rilassata di quando si beve il tè. Intento nobile, realizzato però con un non ben identificato tè verde.

Foto: ©Five O clock


Questo articolo concorre al programma di affiliazione Amazon

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