10 paesi dove non ti aspetteresti di trovare piantagioni di tè

Posti originali dove si coltiva il tè

Dove possiamo trovare piantagioni di tè nel mondo? Un’antica leggenda cinese racconta le origini del tè facendole risalire all’imperatore Shénnóng, il quale, durante le sedute di meditazione, beveva acqua di fonte ben scaldata. Un giorno, qualche foglia di Camellia Sinensis, la pianta del tè, scivolò nell’acqua calda: profumi e fragranze piacevoli esalarono improvvisamente da quell’evento imprevisto. Restando alla leggenda, fu proprio da quel momento che il prezioso infuso e la sua nobile pianta acquistarono fama e, dalla Cina, si diffusero lentamente in tutto l’estremo Oriente, dando il via a veri e propri riti, tramandati nei secoli di generazione in generazione.


Al giorno d’oggi, sono tanti i Paesi in cui si coltiva tè. Tuttavia, le piantagioni più vaste sono localizzate in Cina, India, Kenya, Sri Lanka, Turchia, Indonesia, Vietnam, Giappone. Altri paesi produttori di tè sono il Malawi (lo abbiamo scoperto al festival del tè 2018), le Mauritius, Taiwan, il Nepal… ma possiamo trovare piantagioni di tè anche in luoghi più o meno inaspettati.

(Ri)Scopriamo 10 paesi dove non ci saremmo mai aspettate di trovare il tè…

1. Il tè italiano

Un primo esempio arriva proprio dall’Italia, nella fattispecie dal territorio di Lucca, a Sant’Andrea di Compito, nel comune di Capannori. La località è molto conosciuta per essere terra di camelie. Ma l’esperimento di ricavare vero e proprio tè italiano dall’elegante arbusto è stato avviato con successo da Guido Cattolica, agronomo specializzato in camelie secolari. Discendente di Angelo Borrini, primo a impiantare camelie a Sant’Andrea nell’Ottocento, Guido Cattolica ha continuato l’antica tradizione e nel 1987 ha iniziato a coltivare Camellia Sinensis. I terreni della Lucchesia, d’altronde, ne consentivano la coltivazione grazie all’acidità della terra e all’abbondanza di acqua. Unico problema era qualche picco di basse temperature, ma Cattolica è riuscito, dopo alcuni esperimenti, a impiantare ibridazioni resistenti anche al freddo. Oggi la piantagione si estende per 1.500 metri quadrati e conta circa 2.500 piante.
Per poter assaggiare e acquistare il tè toscano dovete recarvi a Capannori, magari in occasione della Mostra Antiche Camelie della Lucchesia che coinvolge la zona con tantissime iniziative (tra cui cerimonie del tè) nei weekend di marzo.

Il tè italiano viene coltivato a Capannori, in provincia di Lucca

©pagina Facebook Il Tè di Capannori

In fase embrionale, è il tè “ossolano”. Ci troviamo a Premosello, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. In questa località si sta sperimentando una coltivazione di tè su iniziativa di Paolo Zacchera, titolare de La Compagnia del Lago Maggiore. Lo studio del terreno di piantagione era partito già negli anni Trenta, a opera dell’università di Pavia.

2. Tè delle Azzorre

Immerse in pieno Oceano Atlantico, le Isole Azzorre, e precisamente l’isola di São Miguel, rappresentano l’unica vera roccaforte europea del tè (escludendo la Turchia)! Lungo la costa settentrionale di São Miguel, infatti, si contano numerose piantagioni della preziosa Camellia Sinensis.

Secondo alcuni nel 1820 un certo Señor Jacinto Leite iniziò alcuni esperimenti d’innesto e coltivazione di piante di tè provenienti direttamente dal Brasile. I risultati arrivarono in seguito, dopo l’arrivo, nella seconda metà dell’Ottocento, di esperti cinesi, che insegnarono le tecniche di coltura e produzione del tè. Già nei primi del Novecento, pare che la produzione di tè si attestò sulle 300 tonnellate.

Le aziende più famose sono Cha Porto Formoso, dove è possibile visitare anche un piccolo museo del tè, e Cha Gorreana, la realtà più grande e antica.

3.Tè inglese: la piantagione della Cornovaglia

Siamo in Cornovaglia, a circa otto miglia dalla costa. Jonathon Jones, giardiniere della tenuta di Tregothnan, ha intrapreso per primo la coltivazione del tè proprio nei giardini del podere. Del resto, la tenuta di proprietà della famiglia Boscawen, ospita da più 200 anni piante di camelia ornamentale.

Il primo raccolto nel 2005 aveva garantito solo 28 g di tè ma oggi la produzione è arrivata a circa 10 tonnellate all’anno. Nel frattempo Jones ha vinto una borsa di studio e ha visitato diverse piantagioni di tè, in particolare nella regione indiana del Darjeeling, che dicono avere un microclima simile alla Cornovaglia.


La Tregothnan Tea Estate oggi propone 14 tipi di prodotti tra cui l’Earl Grey. Si può visitare e partecipare a speciali masterclass.

Il tè inglese viene coltivato in Cornovaglia

©pagina Facebook Tregothnan

4. Piantagione di tè in Germania

Oggi esiste anche il tè tedesco, coltivato da una coppia a circa 20 km da Colonia. Siamo a Odenthal-Scheuren e il signor Wolfgang Bucher e la moglie Haeng ok Kim si sono lanciati nel 1999, quasi per scommessa, nella coltivazione di camellia sinensis. Così è nato il Tschanara Teegarten.

Dai nomi dei due coniugi si potrebbe pensare che il signor Bucher abbia conosciuto il tè tramite l’amore per la moglie coreana…e invece no, è accaduto l’esatto contrario! Il suo amore per il tè è nato nel 1976, quando un rappresentante ha lasciato alcuni campioni nel suo laboratorio di biologia. Da quel momento, ha iniziato a raccogliere e studiare alcune specie selvatiche di camelie. Nei primi anni Novanta, durante un viaggio in Corea ha conosciuto Haeng ed è scattata la scintilla.

La prima coltivazione di piante di tè dei signori Bucher venne istallata proprio nel giardino di casa, un po’ per gioco un po’ per caso. Ma ben presto, i coniugi si accorsero che le piante crescevano rigogliose, pertanto occorreva trapiantarle in un terreno più vasto e più adatto: Odenthal-Scheuren, in Renania.

5. Tè colombiano

A Bitaco, villaggio andino della Valle del Cauca, Agricola Himalaya SA, da oltre cinquant’anni nel settore, e Hindú ®, il più importante brand colombiano del tè, hanno creato la Bitaco Unique Colombian Tea e hanno dato il via alla storia del tè colombiano. Le piantagioni sono situate a 2000 metri di altezza e il clima tropicale, l’ambiente incontaminato e l’acqua di montagna hanno un ruolo fondamentale nella riuscita del prodotto.

Carlotta ha conosciuto l’azienda al World Tea Expo 2017 e abbiamo assaggiato alcuni tè neri. Il sapore ricorda quello di un tè indiano Assam, morbido, maltato, dolce.

Jordan G. Hardin di World of Tea ha realizzato un bel reportage su questa realtà. Lo potete leggere qui

Il tè nero colombiano ha un sapore dolce, maltato

6. Piantagione di tè in Perù

L’arrivo del tè in Perù viene fatto risalire alla fine dell’Ottocento, quando il dottor Benjamin De La Torre avanzò l’idea di coltivare piante di tè come risposta al declino dei prezzi di caffè, coca e colture da canna. La proposta fu accolta e furono introdotti i primi semi nel Paese, grazie anche al contributo del console peruviano in Giappone. Tuttavia, poco dopo che le piantagioni diedero i loro primi raccolti, nel 1917 De la Torre cadde vittima di un agguato e le coltivazioni di tè furono abbandonate.

Successivamente però il governo peruviano riprese in mano l’iniziativa e arruolò esperti in materia, provenienti direttamente dallo Sri Lanka. Nel giro di un anno, vennero create delle vere e proprie piantagioni di tè nella valle di La Convencion – Cusco.

La produzione cresceva a tal punto che, nei primi anni ’40, con più di 800.000 piante, si rese necessaria la creazione delle prime due fabbriche peruviane di tè. Una terza fabbrica nacque negli anni Ottanta grazie al sostegno finanziario dei Paesi Bassi. Tra il 1961 e il 2012, le esportazioni hanno però subito un progressivo calo, specialmente per l’inesperienza dei produttori nella gestione delle imprese. La storia del tè in Perù è stata quindi abbastanza travagliata e rallentata dalle particolari condizioni politiche ed economiche del paese, aggravate dal problema dei narcotrafficanti.


Sul tea blog Steep Stories potete trovare la descrizione di una degustazione di alcuni tè peruviani.

7. Tè a stelle e strisce: Stati Uniti

Dal Mississippi alla Columbia Britannica, dalle Hawaii fino alla Carolina del Sud. A oggi sono circa 60 le aziende statunitensi che coltivano tè. Secondo alcuni dati relativi al 2015 e forniti dalla Tea Association of the USA Inc., la produzione e il mercato del tè americano crescono del 10% l’anno: un trend sicuramente interessante.

Carlotta ha visitato la piantagione californiana Golden Feather Tea. Per saperne di più leggete qui

Il tè si coltiva anche nei Stati Uniti dalla California alla Carolina del Sud, fino alle Hawaii

8. Tè alle Seychelles

Non è una vacanza da sogno che vi propongo, ma una vacanza per scoprire anche il tè che si produce nell’isola di Mahé.

Tea Factory, questo il nome dell’azienda che dal 1962 gestisce la coltivazione e la lavorazione del tè alle Seychelles con terrazze di tè ai fianchi della montagna di Morne Blanc. Le selezioni sono particolari, con tè puri e blend ispirati alle materie prime locali come la citronella. Vengono venduti con il marchio “Seyte”.

9. Piantagione di tè in Australia

Dire Australia, nel pensiero comune, è dire canguro e koala, spiagge bianchissime e scogliere da favola. Insomma, difficilmente ci si aspetta che a questa terra sia collegato il tè. Ebbene sì, anche l’Australia è un giardino di Camellia Sinensis. Piantagioni di tè infatti sono situate in Tasmania, in Victoria e nella foresta pluviale del Queensland, proprio a ridosso della Grande Barriera Corallina.

La storia del tè australiano è recente: nel 1993 una delegazione di ricercatori giapponesi visita i territori australiani alla ricerca di nuove zone dove installare piante di tè. La regione scelta è quella del Victoria, soprattutto per ragioni climatiche. Il governo locale ha quindi inviato un gruppo di coltivatori proprio in Giappone, affinché apprendessero le tecniche di coltivazione e di produzione del tè. Nel 2001 le prime piantine di Camellia arrivano in Australia grazie all’interessamento dell’AQIS (Australian Quarantine Inspection Service) e grazie agli investimenti della società giapponese Ito En, impegnatasi a costruire una fabbrica di tè a Wangaratta, nel Nord Est del Victoria.
Nel 2004 si sono avuti i primi raccolti significativi, ma qualche problema è sorto a causa della distanza tra la zona di coltivazione e quella di lavorazione delle foglie di tè: i tempi di trasporto, infatti, causavano l’ossidazione del raccolto. La soluzione è una trovata tutta australiana: è stato realizzato infatti un apposito contenitore dove le foglie vengono mantenute a una temperatura controllata.

10. Nuova Zelanda

Restiamo in zona. Carlotta ci ha raccontato che al World Tea Expo 2017 ha incontrato Zealong, azienda di tè della Nuova Zelanda. La loro storia è iniziata nel 1996 quando il signor Tzu Chen, dopo avere sperimentato con successo la coltivazione di una singola piantina, ha deciso di importare da Taiwan 1500 esemplari di Camellia Sinensis nella regione di Waikato. In realtà solo 130 arrivarono a destinazione dopo la lunga quarantena imposta dal ministero dell’agricoltura.

La piantagione si può visitare con un tour di 60 minuti ed è stato creato un ristorante, il Camellia Tea House, dove il menu è stato creato per fare da miglior contraltare possibile ai tè Zealong, non viceversa come succede di solito.


 

Fonti
Foto: ©pixabay; ©Five o' clock; ©il tè di Capannori; ©Tregothnan
Non ci sono stati offerti compensi in cambio della citazione dei prodotti presenti

Commenti

  • Cinzia pinzella

    Mi piacerebbe imparare a lavorare il te ma non so dove in Italia ci siano aziende dove fanno la lavorazione potete aiutarmi grazie.

  • In Italia abbiamo solo due piantagioni di tè, quella Toscana e quella di Verbania, ma la produzione è minima. Forse quella di piemontese potrà avere sviluppi più ampi in futuro ma al momento non viene lavorato tè in modo sistematico. Le aziende più grosse in Europa sono sulle isole Azzorre

  • Alessandra

    Meraviglia che non ha confini! A proposito di piantagioni teine in Inghilterra, anche nelle Highlands si coltiva tè. Che tra l’altro ho avuto modo di assaggiare (un white tea preparato con un alambicco: spaziale!) durante l’afternoon tea al Dorchester di Londra, il primo ad aver introdotto sulla carta dei tè un tè di provenienza scozzese ^_^

  • No, ma che meraviglia!! Deve essere stata un’esperienza bellissima 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *