Bere un tè a Londra

Scopriamo i posti migliori dove bere un tè a Londra

Londra è una città magica per gli appassionati di tè. Un luogo che ricolleghiamo al fascino del rito occidentale di questa bevanda, alla letteratura (vedi, per esempio Alice nel paese delle meraviglie o i romanzi di Jane Austen), all’elegante porcellana e, perché no, alla regina. Ed è qui che nel 2018 si è trasferita una grande appassionata, Alessandra Rovetta (@doolallyldner).


Ci siamo conosciute al primo festival del tè a Bologna, ci teniamo in contatto sui social e ho pensato che fosse lei la nostra migliore guida per scoprire i posti più interessanti dove bere tè a Londra. Alessandra, tra l’altro, oggi lavora da Fortnum & Mason, prestigioso grande magazzino fondato nel 1707 a Piccadilly con una sua famosa linea di tè e una sua proposta di Afternoon Tea. Sì, è la donna perfetta per accompagnarci tra i posti da veri tea lovers nella capitale britannica 🙂

Quali sono i tuoi posti preferiti dove bere tè a Londra?

Sto scovando piccoli café/tea room sparsi in città. Ahimé i giorni off non sono sempre dedicati alla ricerca. La mia lista è ancora molto limitata e pertanto non ho ancora eletto il mio posto preferito in questo senso. Ma in realtà sì, c’è un posto preferito in assoluto dove berlo ovvero seduta su una panchina o distesa su una coperta con vista sulla città dalle colline sinuose di Hampstead Heath, uno dei più estesi polmoni verdi della capitale. Mi preparo la mia flask di tè caldo, la infilo in borsa e in 20 minuti di camminata sono immersa nella natura. Che faccia freddo o caldo, mi piace sperimentare angoli e panorami diversi. D’altronde per me è ancora tutto nuovo. E se devo eleggere la miglior location, beh è sotto le fronde di un albero, ascoltando il vento e sentire il sole tiepido sulla pelle.

Tuttavia riserbo una lista di posti carini da provare, tra cui: The Delicatessen annesso a Petersham Nurseries in Covent Garden, Biscuiteers in Notting Hill, Peggy Porshen in Belgravia, Denj in Fitzrovia, Beara Beara e Katsute 100 entrambi nel quartiere di Islington, e Camellia’s Tea House vicinissima al British Museum.

Bere un tè a Londra da Hampstead Heath

Secondo te, che cosa un appassionato di tè deve assolutamente fare o vedere?

Se venite a Londra, non potete non visitare il flagship store di Twinings, sullo Strand. Fondato nel 1706, è stato il primo negozio al mondo dove poter acquistare tè. All’interno è presente un piccolo museo dedicato alla storia del brand, con esemplari unici di antiche confezioni di tè, cimeli originali tra cui il Royal Warrant concesso dalla Regina Vittoria nel 1837, tea caddies, e alcuni dipinti storici dei fondatori della compagnia.


Accesso libero al Victoria & Albert Museum dove è possibile ammirare uno straordinaria collezione di teiere, nonché ceramiche cinesi e giapponesi. Inoltre l’esperienza londinese non sarebbe completa se non ci si concedesse la quintessenza delle tradizioni inglesi, ovvero l’Afternoon Tea.

Ecco, a proposito di Afternoon Tea, hai qualche indirizzo da consigliarci?

Considerato il gran numero di opzioni sul mercato, vorrei dare qualche consiglio generale sulla scelta della location. Considerate il tipo di occasione. Se si vuole qualcosa di informale, suggerisco di controllare sul sito ogni tipo di informazione riguardante la location, incluso il dress code richiesto.
I prezzi degli afternoon tea a Londra variano dai 20£ ai 70£ circa per persona. Qualunque sia il vostro budget, è molto importante tener conto delle vostre aspettative prima di prenotare. È sempre buona cosa consultare il sito dell’hotel o della tea room, dal quale potete avere accesso a informazioni, incluso il menu.
Se non amate viaggiare in metro e/o non volete girare la città in lungo e in largo a piedi alla ricerca di tè, sandwiches e scones, prima di prenotare controllate le distanze dalla fermata della metro, come raggiungere la strada e la zona in cui si colloca (quello che viene “spacciato” per zona centrale, non sempre lo è).
Tradizionale o moderno? Per un turista, l’afternoon tea è un’esperienza che richiama per lo più la tradizione. Se lo si sceglie in chiave moderna o a tema, tenete presente che il focus di quest’ultimi è più sull’apparenza che la sostanza, quindi vale sempre la pena guardare qualche fotografia e leggere le recensioni.

Ma andiamo al punto. Consiglio vivamente il Savoy, il Claridge’s, il Lanesbourough, il Four Seasons per Afternoon Tea tradizionali e lo Sketch, per un’esperienza in chiave moderna. Un buon compromesso per qualità-prezzo-location è l’Ivy Café (ce ne sono diversi sparsi per la città). Di recente sono stata alla Coral Room, spazio annesso al Bloomsbury hotel, e mi ha piacevolmente conquistata e che quindi consiglio caldamente.

I migliori afternoon tea a Londra consigliati da Alessandra Rovetta

Toglici una curiosità: i londinesi bevono ancora tè?

Il tea market inglese è il più grande d’Europa quindi sì, i londinesi, e gli inglesi più in generale, bevono ancora tè. Detto ciò, se l’inglese non abbandona la sua tazza di builder’s tea quotidiana – tè forti con annacquamenti di latte (vaccino o no) – tuttavia da notare tra i consumatori un crescente desiderio di bevande cosiddette salutari, tra cui tisane, tè verdi o caffeine-free. Gli inglesi bevono ancora tè ma con particolare attenzione all’innovazione, alla salute e alla convenienza. Spinti soprattutto dal benessere, c’è una maggior consapevolezza e richiesta per un prodotto di alta qualità, e il tè sfuso, in tal senso, è molto diffuso, come l’alta sensibilità per un packaging sostenibile.

Hai notato qualche tendenza particolare nel settore?

Mi sembra di aver colto un certo entusiasmo per i cold brew, ovvero infusioni a freddo/temperatura ambiente. Ricordiamoci che gli inglesi sono assidui consumatori di soft drinks, quanto di più dannoso per la salute in termine di bevande. Se il wellness è l’elemento trainante nella scelta dei consumi in tal senso, le infusioni a freddo garantiscono il sapore a cui sono abituati senza il bombardamento di zuccheri e quindi più salutare. Un trend da non sottovalutare quello degli sparkling tea (ne ho parlato su Agrodolce.it, ndr.), bevande analcoliche che “mimano” l’effetto bollicine ma senza assunzione di alcol. Continua a spopolare il matcha e sta prendendo sempre più piede il kombucha.


Londra è stato il tuo sogno del cassetto da anni. Come è nata questa passione? Che cosa ti ha conquistato?

It’s cold but it’s London. E siccome non so da che parte cominciare, prendo spunto da qui e ora, e con una strofa di una canzone di Cremonini. Dalla mia finestra, scheletri di alberi senza foglie, sprofondano sotto un cielo grigio e carico di pioggia. Diluvia, fa freddo, ma sono a Londra! Ci sono arrivata, fisicamente soprattutto, dopo tanto tempo, tra speranze, dubbi, consapevolezze; un lasso di tempo che ha visto declinare la passione per tutto ciò che è British in differenti sfumature.
Non saprei individuare un momento preciso. Forse durante lo studio della geografia a scuola? Forse il desiderio di scoprire abitudini diverse dalle mie? Onestamente non credo di avere un talento per le lingue, e non ho pure viaggiato molto, eppure l’inglese mi attirava perché era la chiave di accesso per varcare i confini senza muoversi e l’arrivo di Internet ha reso tutto più accessibile e immediato. E poi credo quella Britishness rispecchia sfumature del mio carattere. Non lo so spiegare, senti che fa parte di te, del tuo modo di essere. A un certo punto subentra la voglia di vivere quella cultura e quei paesaggi in prima persona; e quando una cosa la desideri, più la scansi e più non ti insegue. E così quando gli altri si laureavano io, al contrario, lasciavo il mondo del lavoro e intraprendevo il mio percorso di studi universitari. Credo sia stato l’anno di Erasmus ad accelerare il tutto. Ritorni e la realtà però ti porta a fare determinate scelte e… ritorna a essere tutto “su carta”, una passione solo in teoria, che diventa pratica in quella manciata di weekend che ti concedi ogni tanto. Rientravo in un mondo del lavoro che era in piena crisi e averne uno, allora e alla mia “veneranda età”, voleva dire essere fortunati. Le settimane, i mesi, gli anni passano in balia di una sorta di insofferenza. E si sa, più passa il tempo, più è difficile lasciare la tua comfort zone e decidere di cominciare da zero nella città che ha rappresentato da sempre il tuo focus esistenziale.
Dall’oggi al domani i tuoi piani diventano cosa concreta. Il salto nel buio inevitabile. Ci vuole coraggio andare. E ci vuole ancor più coraggio rimanere perché, si sa, venire da turisti è come salire su una giostra, viverci è un altro paio di maniche e non è per tutti. È l’ombelico delle opportunità, challenging all’ennesima potenza, perché tutto ciò che davi per scontato, te lo devi guadagnare e costruire daccapo, ma tutto ciò è quanto mai gratificante, seppur l’incertezza politica ed economica si stia palesando come una tempesta minacciosa. Ma… while there is tea, there is hope, dove c’è il tè c’è speranza.

Alessandra Rovetta ci consiglia dove bere tè a Londra

Come è nato invece il tuo interesse per il tè?

Oh, direi proprio per caso. In famiglia non avevamo certo l’abitudine di prendere il tè, relegato per lo più a bevanda calda da sorseggiare quando si era malati. Sono molto freddolosa e, ai tempi dell’università, durante le prolungate ore di studio, mi riscaldavo con tazze di tè verde Sir Winston, e quale opzione leggera rispetto a un tè nero. Allora il tè verde non era ancora la bevanda di moda o la bevanda salutare di cui oggi può vantarsi. Era semplicemente per me qualcosa di caldo e bevibile, mi faceva stare bene e quindi mi piaceva questa abitudine. La consapevolezza ha cominciato a prendere forma quando, per motivi accademici, ho passato un anno in Inghilterra. Gli Starbucks, il bollitore quale dotazione immancabile di case, B&B, meeting room, hanno avuto su di me un appeal inspiegabile. Ecco, sopra ogni cosa, una tazza di tè tra le mani rappresenta il massimo del comfort, del benessere fisico e mentale.

Un giorno, per caso, lessi questo post su come preparare un chai tea latte. Amante delle spezie, non ho esitato a volerlo replicare. Allora lavoravo in centro a Milano e tra le poche opzioni a disposizione, decisi di giocare la carta Kusmi per trovare un tè nero sfuso adatto. Non solo ho trovato quello che cercavo ma ho incontrato una persona, oggi (non solo) tea partner in crime, che mi ha illuminato e aperto un mondo sul tè, dandomi le chiavi di lettura per conoscerlo e approfondirlo. Un mondo che nessuno può immaginarne la vastità e la bellezza. Il resto è storia ed Elisa (leggi Dove bere un tè a Tokyo) lo può confermare: è per amor del tè che ho “accelerato” la mia trasferta nella terra d’Albione e dove ho modo di lavorare in questo settore, in uno dei templi del tè inglesi.

 

Grazie Alessandra! Potete continuare a seguire le sue avventure e le sue degustazione su Instagram @doolallyldner oppure passarla a trovare da Fortnum & Mason a Londra


 

Foto copertina: ©Eva Dang
Foto nell'articolo: ©Alessandra Rovetta

Commenti

  • Elisa

    Sono così fiera di te, Alessandra ! La nostra passione ci ha portate a vivere in Paesi diversi ma rimanendo pur sempre unite dal tè come legame indissolubile ! Complimenti mia cara, bellissima – e utilissima – intervista !

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