Il giro del mondo in 80 giorni e in 12 tipi di tè

12 tipi di tè ispirati al libro giro del mondo in 80 giorni

Immaginate: è una fredda mattina grigia, di quelle un po’ londinesi, siete gentiluomini che hanno appena finito il loro tè mattutino. Il resto della giornata è perfettamente organizzato, il nuovo domestico assunto e non vi resta che dare il meglio delle vostre capacità per tutto il tempo che avete a disposizione fino alla sera. Se non fosse per una piccola scommessa per la quale dovete fare il giro del mondo in 80 giorni, senza metterci un minuto di più. Ma no, non serve correre a preparare le valigie e neanche scapicollarsi a prendere il primo mezzo di trasporto. Basta aprire il meraviglioso capolavoro di Jules VerneIl giro del mondo in 80 giorni” e munirsi di teiera, acqua calda e tazza.

Ora lasciatevi accompagnare da me, insieme a Phileas Fogg e Passepartout, in un viaggio unico. I due protagonisti vi faranno vivere avventure straordinarie e sempre col fiato sospeso, io proverò a portarvi i profumi dei posti che visiterete, fra le pagine di questo libro, tramite una fumante tazza di tè per ognuna delle dodici tappe previste. Partiamo.

Ma prima un piccolo disclaimer: mi impegno solennemente a non fare spoiler, se gli spunti che troverete vi sembreranno svolte di trama non preoccupatevi, perché intendo giustamente lasciare a Verne il compito di stupirvi. Ora siamo veramente pronti a partire.

Prima tappa: il Canale di Suez con una tazza di Shai

Da Londra, in tutta fretta, abbiamo preso un treno, attraversato lo stretto della Manica e siamo passati per Parigi, Torino, fatto scalo a Brindisi e preso il piroscafo Mongolia che ci ha portati momentaneamente a Suez. Qui Fogg e Passepartout hanno delle piccole beghe burocratiche da svolgere, noi ne approfittiamo per assaggiare una specialità locale: lo Shai Badaway, ovvero un tè verde, molto zuccherato, infuso insieme a delle erbe di stagione presenti in Egitto, immancabile tra queste è la marmaraya che ha un profumo molto simile a quello della menta. Durante questa prima tappa possiamo lasciarci inebriare dai profumi che lo Shai sprigiona, sicuramente ci sentiremo rinfrescati grazie all’aroma balsamico della marmaraya e quindi anche decisamente rinvigoriti per continuare il nostro viaggio!

Seconda tappa: Bombay con una tazza di Nilgiri Coonoor

Attraverso il canale di Suez, a bordo del Mongolia, siamo arrivati in India, ci troviamo immediatamente travolti dai colori, i suoni e i profumi della chiassosa Bombay. Il tè perfetto per immergersi completamente nell’atmosfera di questo posto è il Nilgiri Coonoor, un tè nero indiano profumatissimo: inizialmente sono preponderanti le note di frutta tropicale come papaya e mango, che lasciano spazio a note più delicate dal sentore floreale, che ci ricordano il profumo dolce di una siepe di osmanto fiorita, in una notte orientale. Al gusto percepiamo un tè ben strutturato con dei tannini morbidi e quello che questo tè ci lascerà dopo averlo bevuto saranno percezioni di spezie, pepe, coriandolo e frutta cotta.

Ricapitolando abbiamo in una tazza di tè, frutta tropicale, giardini fioriti e cesti di spezie. Non si può non sentirsi immediatamente in India!

Tutto quello che c'è da sapere sul tè nero Assam

Terza tappa: Allahabad con una tazza di Darjeeling Avongrove

Bombay ci ha stregati e lasciati completamente ammaliati, ma siamo dovuti andar via in tutta fretta e un po’ indispettiti perché il povero Passepartout ne ha combinata una delle sue, anche se un po’ inconsapevolmente. Ci troviamo ad Allahabad, nell’India settentrionale, e ci siamo arrivati nientemeno che cavalcando un elefante attraverso la foresta! Durante il nostro viaggio abbiamo anche incontrato una nuova amica: Audra.

Proprio a lei dedichiamo il tè di questa terza tappa, ovvero il Darjeeling Avongrove, un tè bianco delicato, elegante e floreale che mantiene il suo caratterino sprigionando delle note leggermente piccanti. Si tratta di un tè dall’aroma complesso, inizialmente possiamo scorgere la vaniglia, il cioccolato bianco e più avanti si aggiungono fiori d’arancio, note leggermente erbacee, miele e pepe. Al palato è vellutato ed elegantissimo, rispecchia perfettamente il personaggio di Audra. Ora però abbiamo un treno da prendere…

Quarta tappa: Benares con una tazza di Ceylon Black Ruhuna

Ci spostiamo leggermente più a est e arriviamo a Benares in treno. La città non entusiasma Passepartout, sebbene per molti studiosi si tratti “dell’Atene dell’India”. Il nostro amico la trova una città anonima e priva di colore locale. Ben altre sensazioni ispira l’incantevole valle del Gange, appena dopo la stazione di Benares. Fogg si dimostra come al solito inflessibile e inespressivo, ma ci ritroviamo immersi in uno spettacolo unico al mondo: “montagne ricoperte di vegetazione, campi d’orzo, di mais, di grano; ruscelli e stagni popolati da alligatori verdastri; alcuni villaggi ben tenuti, foreste verdeggianti; elefanti e zebù che si bagnano nel fiume”, citando lo stesso Jules Verne. Direi di goderci questo paesaggio magico con una bella tazza fumante di tè nero, un Ceylon Black Ruhuna, dal colore intenso, il gusto corposo e caldo e l’aroma morbido che sa di cioccolato, vaniglia e spezie.

Quinta tappa: Calcutta con una tazza di Masala Chai

Arriviamo a Calcutta in treno e in perfetto orario, dice Phileas Fogg. Prima di prendere il Rangoon, il piroscafo che ci porterà in Cina, dobbiamo attendere un po’. Phileas, Passepartout e Audra si trovano coinvolti in un imprevisto e noi, nel frattempo, possiamo dedicarci alla degustazione di una specialità del posto. Non possiamo infatti lasciare l’India senza aver prima bevuto un buon Masala Chai. Si tratta di una bevanda tipica a base di tè nero (il più utilizzato è sicuramente quello di varietà Assam) unito a spezie e a un goccio di latte. Una vera e propria coccola. Una bevanda calda e morbida, ma anche molto aromatica: il latte rende il tutto morbido e vellutato, smorza l’amaro del tannino del tè ed esalta i gusti più dolci. Il tè e le spezie creano un turbinio di profumi e aromi davvero incredibile. Con questa delizia fra le mani possiamo apprestarci a salpare alla volta della Cina.

La ricetta per preparare il chai tea, il tè speziato indiano

Sesta tappa: Hong Kong con una tazza di “tè al collant”

Siamo finalmente approdati in Cina, più precisamente a Hong Kong. Non perderei di vista Passepartout in questa tappa, però possiamo e dobbiamo concederci un momento per osservare il posto in cui ci troviamo. Il porto in cui siamo approdati si chiama Porto di Victoria, suona strano per una città cinese e in effetti deve il suo nome al Trattato di Nanchino, grazie al quale Hong Kong è diventata un’isola inglese.

Per le strade non passeggiano solo persone di etnia cinese, ma ci sono anche tanti giapponesi ed europei, specialmente inglesi. Questa ricchezza di popoli ha plasmato la cultura presente nella città e ne ha modificato persino il modo di fare il tè! Eccoci, quindi, ad assaggiare l’Hong Kong-Style Milk Tea, conosciuto anche come “tè al collant” (in cinese ​絲襪奶茶)​. Si tratta di un’imitazione cinese dell’afternoon tea: del tè nero cinese, o in alcuni casi addirittura del Pu-erh, viene usato per creare un’infusione molto forte mediante un filtro di seta simile a una calza da donna (da qui il nome “collant”). Il liquore viene poi aggiunto al latte evaporato e servito all’interno di una tazza in ceramica o di un bicchiere cilindrico. Mentre gustiamo questa bevanda, forte e vellutata al tempo stesso, ricordiamoci che abbiamo un viaggio da portare a termine e prepariamoci a partire nuovamente con più o meno una certa fretta.

Settima tappa: Shanghai con una tazza di “Huiming”

Non lasciamo ancora la Cina, su un’imbarcazione arriviamo a Shanghai per uno scalo. Tappa fondamentale, anche se purtroppo non avremo la possibilità di vedere al meglio la città. Quale occasione migliore di conoscerla meglio gustando un buon tè? Shanghai, lo avrete sicuramente capito, si trova in una zona marittima, precisamente all’interno della regione dello Zhejiang conosciuta, oltre che per i porti, per le sue piantagioni di tè. Tipico dello Zhejiang è sicuramente l’antichissimo tè verde Huiming, prodotto nel villaggio di Jingning. È consigliatissimo preparare l’infuso utilizzando la gaiwan o una piccola teiera in ceramica. Una volta versato il tè nella tazzina il suo colore verde intenso e brillante vi sorprenderà e i profumi di fiori, frutta bianca ed erba fresca vi avvolgeranno incredibilmente trascinandovi nel bel mezzo di una campagna cinese in piena primavera!

Ed ecco che oltre al porto siamo riusciti a visitare anche un pochino di entroterra dello Zhejiang grazie a una tazza di tè. Ora però è arrivato il momento di rimetterci in viaggio per partire alla volta del Giappone!

Ottava tappa: Yokohama con una tazza di Bancha Shizuoka

Giunti in Giappone abbiamo la possibilità, insieme a Passepartout di visitare almeno un po’ la città di Yokohama. Devo dire che il nostro buon amico non si sente a suo agio come lo era nel Celeste Impero. Yokohama infatti, a differenza soprattutto di Hong Kong, ha mantenuto molto più fortemente i suoi usi e costumi conservando ogni tradizione tipica del paese del Sol Levante. A noi tea lovers sicuramente questo sarà un elemento che non dispiacerà poiché ci darà modo di assaporare una vera delizia, il tè verde Bancha Shizuoka. Ricordiamoci che siamo nell’anno 1872, il Sencha inizia a prendere piede, ma solo da poco tempo, per ora il Bancha Shizuoka è ancora il re indiscusso. È un tè verde per tutti i giorni e adatto a qualunque momento della giornata. L’infuso risulta limpido, molto dissetante, dagli aromi freschi ed erbacei e con un gusto leggermente amaro. Una bevanda rinvigorente, perfetta per chi, come noi, deve affrontare un viaggio oceanico verso gli Stati Uniti.

I miei consigli su come preparare il tè verde Bancha

Nona tappa: San Francisco con un bicchiere di Sun Tea

Abbiamo raggiunto San Francisco attraversando l’Oceano pacifico a bordo del piroscafo General Grant, che ci ha condotti puntualissimi nella baia di Porta d’Oro. Prima di salire sul treno diretto a New York abbiamo un po’ di tempo per visitare la città della California insieme ai nostri amici e assistere addirittura a un comizio elettorale!

C’è qualcosa di più adatto di un bicchiere di Sun tea, magari con una bella fetta di limone dentro, per accompagnarci in questa nuova avventura? Il Sun tea è il tipico tè freddo americano, in cui una miscela di tè neri viene messa in infusione al solo calore dei raggi del sole. L’infuso, dolcificato, viene poi raffreddato con del ghiaccio prima di essere bevuto. Una bevanda deliziosa e rinfrescante, perfetta per la prima giornata in America della nostra piccola compagnia. Mi raccomando, attenzione a Phileas Fogg mentre sorseggiate il vostro Sun tea: ricordiamoci che abbiamo un altro treno da prendere.

Decima tappa: New York con una tazza di English Breakfast

Più imprevisti di quanti ce ne aspettavamo ci hanno accompagnati a New York, ma finalmente ci siamo e dobbiamo ammetterlo, il viaggio “Ocean to Ocean” è stato tutt’altro che noioso! Permettetemi di farvi notare che le cose a New York non vanno esattamente come il nostro amico Fogg aveva programmato e visto che finora l’America ci ha riservato sorprese provo a sorprendervi anche io abbinando a New York una miscela di tè che forse non vi aspettavate: l’English Breakfast.

Nell’immaginario comune questa miscela di tè neri è direttamente associata all’Inghilterra, ma non è al suo luogo di origine che deve il suo nome, bensì a quello del suo inventore. Il blend chiamato English Breakfast, infatti è stata inventata da un inglese emigrato in America proprio a New York ed è proprio lì che è diventata famosa. Ve lo dico, in questo momento stiamo assaggiando una novità assoluta, nata in terra americana e di cui, allora, gli inglesi non sono minimamente al corrente dell’esistenza. Tra l’altro abbiamo proprio bisogno di qualcosa di forte e corposo per imbarcarci nuovamente e attraversare un altro oceano dopo tutto quello che abbiamo passato.

Undicesima tappa: Dublino con una tazza di Irish afternoon tea

Finalmente ci troviamo di nuovo in Europa e manca davvero poco alla fine del nostro viaggio e forse anche alla vincita della scommessa. Ma a questo possiamo pensare dopo. Siamo sbarcati in Irlanda, a Dublino, e anche se la strada è discretamente poca (almeno rispetto a quella percorsa finora) ci aspettano un po’ di conti da far quadrare e qualche bega da risolvere, ma a questo penserà il nostro instancabile amico Fogg.

Noi concentriamoci su cosa possiamo bere per accompagnare la nostra breve permanenza in Irlanda. A New York abbiamo degustato una miscela di tè neri adatta alla colazione, qui a Dublino ne conosciamo un’altra perfetta per il tè del pomeriggio. Ci ritroviamo fra le mani una tazza di tè dal carattere decisamente forte, ma che tutto sommato conserva una certa morbidezza al gusto e profumi caldi e avvolgenti, stiamo bevendo un tipico Irish afternoon tea. Un ultimo sforzo, con questo tè ad aiutarci possiamo riuscire nella nostra impresa.

Dodicesima tappa: Londra con una tazza di Earl Gray

Di nuovo a Londra. Siamo tornati al punto di partenza e non posso che lasciarvi con il principe dell’Afernoon tea inglese, il tè Earl Grey. Non credo ci sia una tazza di tè che si abbini meglio alle atmosfere londinesi di epoca vittoriana e ora finalmente possiamo vivere Londra decisamente con più calma rispetto a quando siamo partiti. Così come la capitale inglese l’Earl Grey racchiude in sé mille sfaccettature, che lo hanno reso famosissimo nel tempo e in ogni parte del mondo.

È una miscela di tè neri o talvolta verdi, aromatizzata con il bergamotto. Si tratta di un tè particolarmente corposo, ma non amaro, né pesante, impreziosito dalle note agrumate del bergamotto, ma solo impreziosito, in modo che l’agrume non nasconda gli aromi floreali, erbacei e mielosi propri delle foglie di tè. Il nostro viaggio è concluso, siamo riusciti a completare il giro del mondo, ma se la scommessa sia stata vinta o meno lascio che sia Phileas Fogg a svelarvelo…

Foto di copertina: ©Clay Banks

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