Con l’arrivo dell’inverno e dell’immancabile neve, l’atmosfera della montagna si trasforma e diventa ancora più magica. Per vivere appieno la magia fiabesca dei boschi innevati, anche se vivete in centro città, ho selezionato per voi 5 tipi di tè, più un extra curioso, da sorseggiare a occhi chiusi coccolati dal calore di una stube accesa! Questa selezione è dettata dai miei gusti personali: una finestra sulle mie abitudini tra le Dolomiti, che mi piace condividere con voi.
Partiamo quindi per questo viaggio in compagnia dei cinque tipi di tè, più uno, da bere in montagna.
Tè nero Assam
Al mattino è necessario darsi la carica giusta per uscire quando fa freddo (da me si arriva anche a -20° C). Il tè giusto per me è l’Assam che in inverno macchio con il latte! L’Assam è un tè nero indiano che adoro in quanto ha un retrogusto maltato, un sapore che mi ha conquistata sin da piccola ed è grazie all’Assam che mi sono avvicinata agli altri tipi di tè (per conoscerli tutti leggi qui). Un immancabile del buon giorno!
Matcha Latte
Un’alternativa all’Assam è il connubio, in questi ultimi anni molto di moda, del tè verde giapponese Matcha con il latte, rigorosamente intero e biologico proveniente dalla mia vallata. Non è vietato prepararlo con il latte UHT ma è mio dovere patriottico dirvi che il sapore cambia nettamente in peggio (a voi la scelta di come iniziare la giornata).
Il Matcha da utilizzare è quello per fare i dolci, il culinario, meno pregiato e costoso rispetto alla versione cerimoniale. A ogni modo nel mio Matcha Latte non manca mai la schiuma e un cucchiaino di zucchero di canna. E poi posso spalare la neve di tutto il paese grazie all’energia di questo tè.
Tè speziato Masala Chai
Quando diventa molto freddo trovo conforto, soprattutto a metà pomeriggio, nel Masala Chai. Sarà il sapore indiano che mi fa pensare a terre lontane e calde, saranno le spezie, ma è di certo un toccasana per affrontare il gelo.
Il Masala Chai, letteralmente tè speziato a base di latte, è una specialità dell’India che vede il tè nero locale infuso con spezie quali chiodi di garofano, cannella, cardamomo e anice stellato. Infine una nuvola di latte con la schiuma e un cucchiaino di zucchero di canna vi riscalderanno all’istante!
Infusi e tè di Natale
Gli immancabili dell’inverno, li trovate dal supermercato di provincia al negozio di tè specializzato. Ognuno con la sua ricetta, i suoi profumi e le sue varianti: ma tutti accomunati da un unico intento: di farvi sentire avvolti da un abbraccio caldo. Dai profumi e sapori molto forti e intensi e dai nomi evocativi, gli infusi e i tè di Natale sono i compagni ideali dei pomeriggi oziosi con libro e coperta di lana mentre fuori nevica.
Tè affumicato Lapsang Souchong
Si tratta del tè affumicato, non adatto a tutti i palati se bevuto puro, ma si presta benissimo a essere utilizzato in cucina come ingrediente (per esempio, per preparare un sale aromatizzato).
Personalmente ho provato il Lapsang Souchong puro in abbinamento ad alcune pietanze tipiche della mia valle e delle vallate limitrofe: polenta e selvaggina (tipico piatto alpino), knödel (piatto altoatesino a base di pane e salumi a forma di gnocco), frico (piatto della Carnia a base di formaggio). Con i forti sapori alpini si accompagna alla perfezione, quindi sì, il Lapsang Souchong è il tè della montagna!
Jägertee, il tè del cacciatore
Parlando di montagna invernale non potevo tralasciare il simbolo dell’après-ski: lo Jägertee, che significa “tè del cacciatore”. Si trattava, in origine, di una bevanda calda a base di tè nero al quale veniva aggiunta l’obstler, una particolare grappa alla frutta, rum e erbe alpine. In passato questa bevanda era utilizzata dai cacciatori durante le lunghe attese nei freddi inverni, oggi invece è una normale bevanda da ordinare nei rifugi e nei bar di montagna, molto semplice da preparare, in quanto ci sono diverse miscele già pronte, prodotte industrialmente, con le quali è sufficiente fare un mix con acqua calda.
E voi quali tè preferite sorseggiare quando scende la neve?
Foto di copertina ©Pixabay License Foto nel testo di Marta De Zolt - Teablob
